Legacoop Agroalimentare, il vicepresidente Carlotti alla conferenza finale di AgreeCap-Kyoto Club

Roma, 5 giugno 2025 – Il 5 giugno, Giornata Mondiale dell’Ambiente, si è svolta a Roma la conferenza finale del progetto AgreeCap, voluto da Kyoto Club, cofinanziato dall’Unione europea e che ha visto il patrocinio di Parlamento europeo, Spazio Europa, Commissione europea e ministero della Giustizia. Un progetto per il sostegno dell’economia rurale, grazie a un focus sulle nuove competenze e tecnologie (agricoltura 4.0), sempre più intelligenti e sostenibili, che permettono uno sviluppo occupazionale, con il coinvolgimento delle donne in agricoltura, insieme a nuove opportunità di business a livello locale. Obiettivo: un’agricoltura a zero emissioni.

Tra gli interventi svolti durante la giornata, quello di Massimo Carlotti, vicepresidente di Legacoop Agroalimentare e presidente di Terre dell’Etruria, che ha illustrato come le buone pratiche abbiano anche un percorso di trasparenza e di chiarezza, che parte dalla terra e arriva allo scaffale con un prezzo giusto. “Abbiamo messo in atto un metodo di calcolo che coinvolge direttamente i nostri soci per vedere come incide ciascun centro di costo e andare così a proporre un prezzo equo. Questo per contrastare, tra l’altro, il caporalato. Mettiamo in vendita un prodotto fatto con una certa etica certificata anche dall’agricoltore”. Per fare questo “l’agricoltore si mette in gioco, con app comunica ogni mattina quando inizia, quanti agricoltori impiega e quando finisce. I dati trasparenti e con qR Code li legge anche il consumatore che ha la possibilità di verificare come viene prodotto quanto sta per acquistare. Ed è anche un modo per contrastare, attraverso l’Ia il caporalato. Perché manodopera illegale, contratti pirata e prezzi bassissimi sono il vero problema della nostra agricoltura”.

Simona Caselli, presidente di Granlatte e vicepresidente di Granarolo, ha evidenziato come “siamo impegnati in un piano di transizione sostenibile per ridurre le emissioni climalteranti fino al 30% entro il 2030 che ci porta a ridurre l’impatto in ogni fase produttiva, raccogliendo i dati su una piattaforma digitale per il monitoraggio e la rendicontazione. Fra le tante attività spicca la conversione delle deiezioni animali in biometano, un esempio virtuoso di economia circolare”. Caselli ha anche sottolineato che “la specificità cooperativa che caratterizza il gruppo Granlatte/Granarolo è profonda perché la proprietà appartiene ai produttori. E di conseguenza la logica non può essere quella della competizione tramite la minimizzazione del costo della materia prima, ma quella della valorizzazione del prodotto dei soci allevatori. Altra funzione chiave è quella di rafforzare, grazie all’aggregazione nella filiera cooperativa, la base associativa composta in parte consistente dai piccoli produttori di latte che sono fondamentali per ragioni sociali e ambientali, specie per le aree di montagna o interne, dove l’allevamento è una delle poche attività che tengono vivo e curato il territorio”.

Dal canto suo Giorgio Baracani, presidente Conapi, cooperativa apistica aderente a Legacoop Agroalimentare, ha sottolineato che “la nostra mission è tutelare la salute delle api e l’ambiente attraverso la valorizzazione del prodotto. Il settore apistico è in crisi, colpito dalla desertificazione e del cambiamento climatico. Siamo quindi direttamente impegnati in azioni di sensibilizzazione, anche insieme ad altre realtà agricole come Granarolo. La nostra sede appenninica, a Monterenzio nell’Appennino bolognese, è un fondamentale presidio del territorio, ospitando anche alcune delle varie iniziative ludiche e pedagogiche organizzate da Conapi”. E, ha spiegato che “Conapi è la cooperativa apistica più grande d’Europa e l’unica filiera completa del miele italiano, dalla produzione alla distribuzione (con il marchio Melizia). Le donne gestiscono il 20% delle aziende associate, ben oltre la media agricola, e hanno tutte le funzioni apicali nel management della cooperativa. Avendo soci in Spagna, siamo già una cooperativa europea, ma ben ancorata in quasi tutte le regioni d’Italia”.

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