Retail sonoro tra diritti d’autore e brand experience: a Roma il convegno Legacoop

Roma, 27 novembre 2025Diritto d’autore e implicazioni che derivano dalla liberalizzazione del mercato musicale a seguito dei cambiamenti normativi introdotti nel 2017. Questo il tema del convegno che si è tenuto giovedì 27 novembre a Roma, organizzato da Legacoop presso la sua sede, durante il quale, per la prima volta, si sono riuniti intorno allo stesso tavolo i rappresentanti del mondo della distribuzione italiana e le associazioni del retail e dei pubblici esercizi, che usufruiscono della musica, tra l’altro, a fini di intrattenimento nei punti vendita, e che oggi chiedono tutele in relazione al tema del pagamento dei diritti. 

Con la liberalizzazione, attuata – a detta delle rappresentanze – senza adeguati strumenti di controllo, invece di ottenere un abbassamento dei costi – come di solito avviene in caso di maggiore concorrenza in un mercato – gli oneri economici e burocratici sono aumentati. Le associazioni chiedono all’unisono un tavolo permanente di confronto con le società di collecting, ovvero quelle che riscuotono e distribuiscono i compensi per l’utilizzo delle opere musicali per conto di autori, artisti e produttori. Le principali criticità del mercato libero evidenziate: pochi margini di negoziazione sulle tariffe e difficoltà nel reperimento di informazioni in merito a prezzi e repertori musicali. L’obiettivo: ridurre le asimmetrie che si sono create tra le parti e far parlare tra loro i soggetti della filiera per arrivare a soluzioni comuni.

All’evento, moderato dai giornalisti Gianpiero Di Carlo e Davide Poliani, della rivista musicale Rockol, hanno partecipato, per ANCC (Coop) Paola Cavallo, responsabile dell’Ufficio legale; per ANCD (Conad) Piero Cardile, responsabile legislazione; per Federdistribuzione Vittorio Ravasio, dell’area rapporti istituzionali; per AIRES Confcommercio Davide Rossi, direttore generale; per Confesercenti Giuseppe Dell’Aquila, responsabile dell’ufficio legislativo; per Federazione italiana pubblici esercizi (FIPE) Francesco Rebuffat dell’ufficio legislativo.

Ha aperto i lavori Giovanna Barni, presidente di CulTurMedia Legacoop: “Si tratta di un tema complesso e articolato, che coinvolge una filiera fatta di competenze diverse. Il tema è multi settoriale, perché impatta sia sulla difesa dei diritti d’autore che sulle necessità degli esercenti. Le normative”, secondo Barni, “non tengono sufficientemente conto dell’articolazione di questo mondo. Mi sembra un’iniziativa molto utile quella messa in campo oggi da Legacoop: proviamo a mettere responsabilmente allo stesso tavolo tutti gli attori coinvolti”.

Cristina Ranieri di Sintonia, società di consulenza specializzata in diritto d’autore, ha fatto un sunto del quadro relativo al mercato dei diritti musicali in Italia: quello dell’utilizzo della musica negli esercizi commerciali è un settore molto ampio, la categoria “live and background music” genera infatti il 26% del valore economico del mercato dei diritti, ha fatto sapere. 

Ad attuare la liberalizzazione del 2017 è stato il decreto legislativo n. 35, di attuazione della direttiva 2014/26/UE sulla gestione collettiva dei diritti d’autore, ha ricordato Ranieri. Dal quel momento, ha spiegato, “in Italia si è creato un mercato più efficace, che si è ampliato. È stato consentito a tutti gli organismi di gestione dei diritti di operare liberamente sul territorio italiano. Sono state introdotte regole stringenti per garantire la corretta attuazione delle norme e il rispetto di obblighi di trasparenza operativa da parte delle collecting nei confronti degli utilizzatori di musica. L’Agcom è stata designata come autorità di controllo”.

Una attuazione solo parziale della riforma, ha proseguito Cristina Ranieri, ha però determinato l’insorgere di diverse criticità nel nuovo modello. “Le tariffe sono spesso definite in maniera unilaterale dalle collecting”, ha denunciato, “e le proposte contrattuali sottoposte agli utilizzatori sono generate senza una reale negoziazione”.

La liberalizzazione del mercato dei diritti, secondo la rappresentante di Sintonia, ha sicuramente generato alcuni impatti positivi, come la possibilità per gli utilizzatori di attingere a pacchetti di proposte musicali più ampie grazie alla presenza di vari operatori (dunque la fine del precedente monopolio) e la presenza di un’autorità che vigila sulla filiera. Ha avuto però anche conseguenze negative per gli utilizzatori, che si sono trovati ad avere maggiori costi dovuti all’obbligo di pagare i diritti a diversi operatori e non più a uno solo e a dover impiegare maggior tempo e risorse per gestire le diverse licenze.

“La materia sta diventando sempre più complessa”, ha confermato Paola Cavallo di ANCC Coop. “La liberalizzazione ha determinato alcuni effetti patologici, come Coop lanciamo l’idea di istituire un tavolo strutturato e trasparente in cui le associazioni che rappresentano gli utilizzatori si confrontano con le collecting per individuare misure correttive di un mercato che a oggi è asimmetrico”. Dello stesso avviso i colleghi di ANCD, Federdistribuzione e le altre associazioni. Piero Cardile ha voluto ricordare che “Conad ha 3400 punti vendita in tutta italia, e in larga parte di questi viene diffusa musica d’ambiente, e questo caratterizza i nostri negozi sia nei confronti dei clienti che dei dipendenti. Si tratta di un’abitudine storica che non deve andare persa. Bisogna però, secondo Cardile, aggiustare la situazione, perché immaginare punti vendita senza musica è irrealistico”. Anche secondo ANCD “dobbiamo sederci tutti intorno a un tavolo, provider e utilizzatori”. 

Per Federdistribuzione il tema è complesso: se non si trovano soluzioni “noi utilizzatori andremo a pagare sempre di più un qualcosa che prima pagavamo di meno”. Per Confesercenti sarebbe utile creare banche dati degli autori musicali con durata almeno annuale che consentano agli utilizzatori di avere un quadro complessivo e trasparente dei prodotti a cui attingere. Per FIPE “probabilmente la liberalizzazione non è stata fatta in maniera adeguata, ma il tema vero è che la riforma deve essere concretamente attuata, inducendo tutti gli attori a partecipare a una filiera equa e virtuosa”.

La deputata di Forza Italia Chiara Tenerini ha partecipato inviando un contributo video: “La liberalizzazione ha superato il monopolio, ma ha determinato un assetto che sta creando un aggravio dei costi per gli esercizi commerciali, costretti a corrispondere compensi a più organismi senza poter conoscere quali opere siano effettivamente da remunerare. Ho presentato un’interrogazione al governo per tutelare gli operatori economici, che devono adempiere ai loro obblighi senza subire costi esagerati”, ha annunciato Tenerini, secondo la quale l’obiettivo deve essere quello di “garantire un equilibrio tra valore della creatività ed esigenze delle imprese”. 

Sono intervenuti infine i rappresentanti di Numerika e Visiospot, operatori professionali di gestione dei palinsesti musicali e dell’editore Flipper Music. Un buon progetto musicale è tra gli strumenti più potenti per valorizzare un marchio e per caratterizzare l’esperienza del consumaore: la musica è parte della brand identity. Questo il concetto sottolienato a conclusione del convegno.

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