Perugia, 18 luglio 2025 – Ripartire dal lavoro sociale, l’inclusione lavorativa e dal welfare partecipato: questa la sintesi della tappa umbra degli Stati generali della cooperazione sociale organizzati da Legacoopsociali, che oggi hanno fatto tappa a Perugia. Nell’evento che si è svolto al Post (il museo della scienza) la cooperazione sociale ha ribadito il ruolo fondamentale svolto nella nostra società per il welfare, la cura, il lavoro e lo sviluppo delle comunità, soprattutto in un periodo storico che sembra rivolgere lo sguardo altrove.
“I nostri Stati generali sono un percorso partecipato – ha sostenuto Massimo Ascari, presidente di Legacoopsociali – dove cerchiamo di coinvolgere le cooperative, da un lato per riempire la nostra agenda politica dei contenuti e delle priorità per il nostro lavoro, dall’altro è una straordinaria occasione che vogliamo dare a quella realtà che svolgono delle attività veramente fantastiche, di nicchia e che molto spesso non vengono rappresentate nella loro essenza reale. Il percorso dovrebbe portarci anche a costruire un manifesto politico e di indicazioni per le istituzioni del nostro Paese. In un momento in cui le fragilità, le povertà e il tessuto sociale stanno manifestando delle fratture che tutti i giorni vediamo”.
“La cooperazione sociale nel nostro territorio – ha dichiarato Danilo Valenti, presidente di Legacoop Umbria – da tempo fornisce servizi alla persona e servizi sociali di alta qualità. Le nostre cooperative hanno investito in innovazione, per offrire un servizio sempre più diretto ai cittadini. L’iniziativa di oggi si svolge in un momento particolare, l’Europa ci fa capire che sta guardando in una direzione diversa rispetto alle esigenze delle nostre comunità, come ad esempio il welfare. Infatti, il piano che ha proposto da un miliardo di euro per la difesa del nostro continente, sicuramente comporterà uno spostamento di risorse, a discapito delle reali esigenze dei cittadini”.
“La cooperative sociali – ha affermato Andrea Bernardoni, presidente Legacoopsociali Umbria – non sono imprese con un po’ di sociale ma organizzazioni nate cinquant’anni fa per garantire diritti alle persone fragili, con l’ambizione di trasformare la società. Oggi in Umbria ci sono 280 cooperative sociali con circa 9000 lavoratori, in cui lavorano più di 1000 persone con disabilità e svantaggiate. Gli stati generali sono stata l’occasione per fare un bilancio e definire nuove traiettorie di sviluppo dialogando con istituzioni, mondo delle imprese e società civile. Usciamo da questa giornata con alcune proposte concrete. La prima è l’attuazione dell’Art 14 della Legge Biagi che promuove le collaborazioni tra cooperative sociali e imprese tradizionali e può creare nuove opportunità di lavoro per le persone con disabilità. In Emilia Romagna, ad esempio, ci sono più di 300 collaborazioni attive e 500 persone con disabilità assunte. La seconda è superare la logica del mercato nel welfare ed agire a tuttotondo la partecipazione, utilizzando a tale fine gli strumenti dell’amministrazione condivisa”.