Cucina italiana patrimonio Unesco, Legacoop Agroalimentare: valorizza filiere, territori e comunità

Cristian Maretti (presidente di Legacoop Agroalimentare): “La cucina italiana è prima di tutto una pratica sociale che nasce dalla terra, dal mare e dal lavoro delle comunità. Le cooperative hanno un ruolo fondamentale nel tutelare la qualità delle produzioni, il reddito dei produttori e la trasmissione di saperi che sono al cuore di questo riconoscimento”

Roma, 10 dicembre 2025 – La cucina italiana è stata ufficialmente iscritta nella Lista del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità dell’Unesco: Legacoop Agroalimentare esprime grande soddisfazione per un riconoscimento che premia non solo i piatti e le ricette, ma il lavoro quotidiano di milioni di agricoltori, pescatori, trasformatori, cooperatori e coo­pe­ra­trici che presidiano i territori e le filiere agroalimentari. Questo traguardo ha un significato profondo: non si tratta solo di un riconoscimento simbolico, ma di una concreta valorizzazione, a livello internazionale, delle filiere agricole e agroalimentari che da generazioni custodiscono saperi, tradizioni e biodiversità.

“La cucina italiana – ha affermato Cristian Maretti presidente di Legacoop Agroalimentare – è prima di tutto una pratica sociale che nasce dalla terra, dal mare e dal lavoro delle comunità. Le cooperative hanno un ruolo fondamentale nel tutelare la qualità delle produzioni, il reddito dei produttori e la trasmissione di saperi che sono al cuore di questo riconoscimento. La Cucina Italiana – ha proseguito Maretti – non è solo un insieme di ricette: è un patrimonio vivo di comunità, memorie familiari, cicli della natura e identità condivisa. Ora questo patrimonio è riconosciuto a livello globale”.

Il mondo cooperativo vede in questo traguardo un ulteriore stimolo a rafforzare modelli di produzione sostenibili, legati alla Dieta Mediterranea, alla tutela della biodiversità e alla valorizzazione delle identità locali, mettendo al centro il cibo come diritto, cultura e bene comune.

Secondo Maretti, “essere parte di questo grande patrimonio non è solo un motivo di orgoglio, ma anche una responsabilità. Significa rafforzare le produzioni locali, tutelare la biodiversità, promuovere pratiche agricole sostenibili e trasmettere alle future generazioni il valore della buona tavola italiana. Per le nostre cooperative e i nostri soci, è un’opportunità concreta per crescere, innovare e contribuire allo sviluppo economico e culturale del Paese”.

“La cucina Italiana acquisisce una visibilità globale che può valorizzare tutta la filiera agroalimentare: dai campi alle tavole, dalle piccole produzioni artigianali ai prodotti cooperativi certificati, fino all’accoglienza turistica e alla promozione del made in Italy. Il riconoscimento – ha spiegato Maretti – serve per rafforzare le politiche agricole sostenibili, per difendere l’autenticità delle nostre produzioni, per promuovere filiere corte e cooperative attente alla qualità e al territorio”.

“Legacoop Agroalimentare – ha concluso il presidente dell’Associazione – è pronta a giocare un ruolo attivo in questa nuova fase, a fianco delle imprese agricole e delle cooperative, per far sì che la “Cucina Italiana” non sia solo un’etichetta da tradizione, ma un progetto di sviluppo concreto per l’Italia”.

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