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Workers Buyout

Le aziende in crisi o senza successori possono avere una seconda chance rispetto alla sola prospettiva di fallimento.

Un’opportunità chiamata Workers BuyOut (WBO).

Il termine anglosassone si riferisce a un’impresa “recuperata” o “rigenerata”.

Nella pratica invece si traduce nell’unione di lavoratrici e lavoratori che, associandosi in forma cooperativa, rilevano la proprietà dell’azienda (spesso mettendo a fattor comune i propri TFR) e la rilanciano sul mercato dandole nuova vita.

Legacoop sostiene concretamente la nascita di nuove esperienze di workers buyout, mettendo a disposizione dei lavoratori dell’azienda in crisi:

  • il proprio know how
  • finanziamenti in capitale sociale o di debito tramite i propri strumenti finanziari, come il Fondo mutualistico Coopfond e CFI – Cooperazione Finanza Impresa
  • assistenza tecnica lungo tutte le fasi di costituzione della nuova cooperativa.

Francesca Montalti

Responsabile cooperative industriali e workers buyout in Legacoop Produzione e Servizi
Oltre 10mila posti di lavoro salvati
Dal 1985 al 2020 sono state 323 le imprese recuperate come WBO in forma cooperativa, coinvolgendo 10.408 lavoratrici e lavoratori.

E tra le imprese attive ancora oggi, il 74% aderisce a Legacoop. Secondo la nostra analisi, le imprese associate presentano un tasso di sopravvivenza (47,2%) nettamente più alto di quello riscontrato tra le cooperative non aderenti (20,4%).

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Abbiamo raccolto alcune voci di chi ha vissuto in prima persona l’esperienza di un WBO:

sono i rappresentanti delle cooperative nate dalle ceneri di imprese in crisi o da passaggi generazionali che, con il supporto di Legacoop, hanno dato vita a realtà oggi virtuose e d’eccellenza, con esempi di cooperazione di altissimo livello.