Welfare: Area Studi Legacoop-Ipsos, per il 61% degli italiani è necessaria una riforma del sistema attuale, ma solo il 15% accetterebbe tagli e riduzioni generalizzati; il 40% preferirebbe una gestione in partnership tra Stato e cooperative o enti non profit

Gamberini: “È giunto il momento di affrontare una riflessione nazionale sul sistema di welfare del nostro Paese, entrato nel futuro dalla fine della pandemia. Ora si avverte l’esigenza di abbandonare schemi tradizionali per modernizzarne logiche e attività in direzione di un welfare vicino alle persone, in grado di offrire soluzioni adeguate alle tendenze di invecchiamento e denatalità. Emerge anche una disponibilità ad un intervento collaborativo tra soggetto pubblico e privato, soprattutto privato sociale. Un’indicazione che rende indispensabili un riconoscimento ed un’adeguata remunerazione del lavoro di cura e di assistenza”.

Roma, 16 dicembre 2025 – Per 6 italiani su 10 (il 61%, in crescita di 8 punti percentuali rispetto allo scorso anno), per fronteggiare l’invecchiamento della popolazione che metterà a dura prova i sistemi previdenziali e sanitari serviranno riforme radicali: ma mentre solo il 15% immagina tagli e riduzioni generalizzati per rendere il sistema sostenibile, il 46% pensa a riforme con tagli solo per i privilegiati, garantendo i minimi assistenziali a tutti. Un 35%, invece, (in calo di 8 punti percentuali sul 2024) pensa che siano necessari maggiori investimenti da parte dello Stato e una razionalizzazione dei costi.

Sono alcune delle evidenze principali che emergono dal Report FragilItalia “Welfare del futuro e ruolo delle cooperative”, realizzato da Area Studi Legacoop in collaborazione con Ipsos, sulla base dei risultati di un sondaggio effettuato su un campione rappresentativo della società italiana per testarne le opinioni sul tema.

Il report stila anche una classifica delle sfide che il sistema di protezione pubblica dovrà affrontare nei prossimi anni. Ai primi tre posti l’invecchiamento della popolazione (42%, -1 punto sul 2024), la prevenzione e promozione della salute (40%, ben 10 punti in meno), le disuguaglianze sociali (37%- -3 punti). Seguono le politiche di sostegno alle persone per affrontare difficoltà temporanee o rischi sociali (27%, -7 punti), la sostenibilità finanziaria (sempre al 27%, ma con un calo ancora più vistoso di ben 10 punti), i cambiamenti del mercato del lavoro (26%, -7 punti) e l’integrazione tra servizi sociali, sanitari, educativi e del lavoro (al 25%, con il calo più forte, 11 punti in meno). 

“Il nostro Paese -sottolinea Simone Gamberini, presidente di Legacoop- è pronto ad affrontare una fase di profondo ripensamento del proprio sistema di welfare. La maggioranza degli italiani avverte l’urgenza di superare gli schemi tradizionali e di costruire un modello più moderno, capace di rispondere con efficacia alle grandi trasformazioni demografiche, sociali ed economiche che stanno cambiando la vita delle persone e delle comunità. E il futuro del welfare non può essere immaginato senza un forte investimento sulla prevenzione, sull’integrazione dei servizi e sul sostegno ai giovani, alle famiglie e ai lavoratori. È sempre più evidente che per garantire qualità, sostenibilità e prossimità dei servizi serve un’azione coraggiosa e collaborativa: Stato, enti pubblici e privato sociale devono poter operare insieme in modo strategico, valorizzando competenze, efficienza e capacità di innovazione. Il ruolo delle cooperative in questo scenario è riconosciuto dai cittadini e deve essere riconosciuto anche nelle scelte pubbliche. Ma perché ciò sia possibile, è indispensabile che il lavoro di cura e di assistenza venga adeguatamente riconosciuto e remunerato: non si tratta di un costo, ma dell’infrastruttura essenziale per il benessere sociale del Paese. Il tempo della manutenzione ordinaria è finito: oggi abbiamo la responsabilità di guidare, con visione e pragmatismo, una nuova stagione di politiche sociali a supporto di tutte le forze che credono in un welfare universale e capace di innovare”.

Ma quali sono le priorità che dovrebbero ispirare gli interventi per il welfare del futuro e le politiche di sostegno sociale? Al primo posto (88% delle indicazioni) la necessità di ripensare le politiche per i giovani, investendo in istruzione, formazione e inserimento lavorativo, per dare loro prospettive stabili e favorire la transizione alla vita adulta e familiare. Seguono, tutte con l’85% di indicazioni: investire su prevenzione e promozione della salute, per ridurre i costi sanitari a lungo termine; aumentare la partecipazione delle donne al lavoro, rafforzando la capacità di fornire servizi di supporto e politiche di conciliazione efficaci; costruire una maggiore integrazione dei servizi sociali, sanitari, educativi e per il lavoro, per migliorare il benessere individuale e collettivo.

Un capitolo del report è dedicato alle opinioni degli italiani sulle modalità di gestione del welfare del futuro. Il 40% degli intervistati ritiene che il welfare del futuro dovrebbe essere gestito in collaborazione tra Stato ed enti pubblici con cooperative ed enti non profit, mentre il 28% opta per una gestione affidata solo allo Stato. Il 26% afferma di preferire una gestione in collaborazione tra Stato ed enti pubblici con imprese capitalistiche private.

Da rilevare che il 68% degli intervistati ritiene che le cooperative possano svolgere un ruolo importante nello sviluppo del welfare del futuro. In particolare, tra gli ambiti di maggior contributo per le cooperative, il 34% indica l’integrazione tra servizi sociali, sanitari ed educativi; il 28% le politiche di sostegno alle persone che debbono affrontare difficoltà di vita temporanee o rischi sociali. Seguono, tutte con il 27% di indicazioni, la realizzazione di reti di servizi sempre più vicini alle famiglie e alle persone, le disuguaglianze sociali, le politiche per i giovani.

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