Siglato dalle Parti sociali il protocollo per la sicurezza in condizioni climatiche estreme

È stato siglato ieri, 3 luglio, alla presenza della Ministra Calderone, il protocollo tra le Parti sociali per garantire il lavoro in sicurezza in presenza di condizioni climatiche estreme.

Il protocollo siglato è frutto di un lavoro comune tra associazioni datoriali, tra cui Legacoop, e organizzazioni sindacali per definire un quadro condiviso e operativo per affrontare le emergenze climatiche, andando dunque oltre l’ondata di caldo che stiamo affrontando, consapevoli che i cambiamenti climatici, purtroppo ci accompagneranno a lungo.

Le parti sociali hanno quindi proposto al Ministero, che ha accettato e svolto un lavoro di accompagnamento e miglioramento del testo, un modello che attraverso il lavoro delle associazioni datoriali e dei sindacati permettesse una migliore conoscenza di quello che accade veramente sui luoghi di lavoro e dall’altro consentisse una migliore flessibilità di risposta al problema reale del lavoro in condizioni climatiche estreme.

Queste caratteristiche dovranno quindi trovare applicazione, a partire dal protocollo generale, all’interno di protocolli settoriali trovando dunque risposte diverse a condizioni di lavoro e di disagio diverse.

Sulla base di questo lavoro comune il Ministero si è impegnato a intervenire sullo strumento degli ammortizzatori sociali per quelle attività che si dovranno fermare a causa del troppo caldo e non potranno reimpiegare gli operai coinvolti in altre attività.

In particolare il provvedimento dovrebbe prevedere che non sia considerato il limite delle 52 settimane di integrazione salariale per questa particolare tipologia di ammortizzatore sociale, che sia estendibile alle imprese del settore edile e estrattivo, che sia escluso il contributo addizionale a carico delle imprese e che sia possibile usufruire dell’ammortizzatore anche ai lavoratori stagionali in agricoltura.

Accanto a questo i firmatari del protocollo hanno chiesto al Governo che sollevi le imprese dalle eventuali penali che dovessero intervenire per il superamento dei tempi di consegna o realizzazione di opere o servizi proprio a causa delle interruzioni o dei rallentamenti dovuti alle condizioni climatiche.

Infine, è stato chiesto ancora al governo di svolgere un lavoro di indirizzo e coordinamento, nel rispetto chiaramente dell’autonomia, con le Regioni per quanto riguarda la decretazione di urgenza perché non è pensabile avere 20 discipline diverse rispetto al lavoro in condizioni climatiche estreme.

Qui di seguito, il testo del protocollo siglato,

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