Legalità al Lavoro: buone pratiche di contrasto al caporalato. Il convegno promosso da Legacoop estense

Un convegno per confrontarsi sulle buone pratiche di contrasto allo sfruttamento in ambito agricolo, attraverso percorsi di accoglienza e di inserimento lavorativo: si è svolto questa mattina il convegno “Legalità al Lavoro!”, l’iniziativa promossa da Legacoop Estense con la partecipazione di Prefettura, INPS, Organizzazioni Sindacali e Istituzioni al Quartiere Fieristico di Ferrara, nell’ambito di Work on Work, il Salone nazionale dedicato ai temi del lavoro. “Per noi – afferma la direttrice di Legacoop Estense Chiara Bertelli – la tutela del buon lavoro e il contrasto allo sfruttamento, ovvero la legalità, sono un elemento distintivo dell’agire quotidiano. Abbiamo chiesto a tutti i partecipanti di mettere sul tavolo le principali criticità che quotidianamente incontrano nel portare avanti i progetti di contrasto al caporalato, per provare a trovare, nei prossimi mesi, soluzioni cooperative e condivise”.

Moderato da Eleonora Costi, Responsabile Lavoro in Cooperativa Legacoop Estense, il convegno è stato aperto dal saluto di apertura di Angela Travagli, Assessore del Comune di Ferrara con delega alle politiche del lavoro. Sono poi intervenuti il Prefetto Massimo Marchesiello, la Direttrice INPS di Ferrara Annalisa D’angelo, il sindaco di Portomaggiore Dario Bernardi, la delegata al Lavoro dalla presidenza di Legacoop Nazionale Rita Ghedini, ilPresidente della Fondazione Placido Rizzotto Jean  Renè Bilongo, la Segretaria FAI Cisl Milena Grassi, il Segretario UILA-UIL Ferrara e Rovigo Mirko Cavallini, il presidente di CIDAS Daniele BertarelliLaura Iucci, Head of Private Sector Partnership UNHCR, Sara Rouibi, referente Common Ground per la Regione Emilia-Romagna.

Il Prefetto Massimo Marchesiello ha evidenziato come la lotta al caporalato “non sia solo una questione di giustizia sociale, ma anche di sostenibilità economica e ambientale. Un’agricoltura basata sullo sfruttamento non può garantire prodotti di qualità e un futuro sostenibile per le nostre comunità. La Prefettura, da sempre in prima linea nella tutela della legalità, ha recentemente assunto, in stretto coordinamento con la locale sede INPS, un ruolo di primo piano nell’istituzione e nel coordinamento della Rete provinciale del lavoro agricolo di qualità. Questa iniziativa rappresenta una risposta concreta e innovativa al problema del caporalato e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura”.

La direttrice INPS di Ferrara Annalisa D’angelo ha portato l’esperienza della Sezione territoriale di Ferrara della Rete del lavoro agricolo di qualità che, in attuazione del Protocollo d’intesa siglato in Prefettura nel luglio 2023, ha preso avvio con la formale istituzione della Sezione presso Inps nel successivo mese di dicembre. “A distanza di un anno dall’inizio di tale percorso di collaborazione a livello provinciale, posso testimoniare impegno, costanza e comune determinazione da parte di tutte le istituzioni ed organizzazioni coinvolte – sindacali, datoriali, accademiche e associazionistiche – nel voler dare concreta realizzazione all’irrinunciabile aspirazione di garantire condizioni sane di lavoro a chiunque scelga un proprio percorso di vita nella provincia di Ferrara. Il tutto pur nella consapevolezza della complessità della sfida in ballo e delle soluzioni non sempre a portata di mano, anche sul piano finanziario”.

Per il Sindaco di Portomaggiore Dario Bernardi, “contrastare intermediazione illegale sul mercato del lavoro agricolo è fondamentale: è sicuramente centrale l’aspetto repressivo in capo alle forze dell’ordine ma, parallelamente, vanno strutturate delle alternative sicure per aziende e lavoratori. Lo sportello che abbiamo immaginato va in questa direzione: fornire un punto di approdo per i lavoratori agricoli di ogni nazionalità che vogliano uscire dall’illegalità e dallo sfruttamento”.

Rita Ghedini, delegata al Lavoro dalla presidenza di Legacoop Nazionale, ha evidenziato come “le cooperative nostre associate che operano in ambito agricolo, che sono realtà molto significative in termini di dimensioni e numero di persone occupate, siano impegnate nel garantire lavoro di qualità, applicando i contratti di lavoro sottoscritti con le sigle sindacali maggiormente rappresentative. Come associazione, crediamo sia di cruciale importanza contrastare con fermezza il fenomeno del dumping contrattuale, per evitare la proliferazione dei contratti pirata. Per fare questo, serve una decisa azione istituzionale e un adeguato riconoscimento del ruolo della rappresentanza. Come Legacoop, rappresentiamo cooperative presenti lungo tutta la filiera agroalimentare, dalla produzione alla distribuzione, realtà impegnate a garantire standard elevati di qualità dei prodotti a prezzi equi, elementi fondamentali per poter garantire buon lavoro”. 

Per le organizzazioni sindacali (FLAI-CGIL FAI-CISL UILA-UIL) “il contrasto all’intermediazione illecita di manodopera è sempre stata una priorità e la linea tracciata all’interno della Rete del lavoro agricolo di qualità sta andando nella giusta direzione, poiché l’azione di repressione deve esser accompagnata da opere di prevenzione. Motivo per cui ci riteniamo soddisfatti del lavoro fatto fino ad oggi su Portomaggiore, dove si concentra la maggior parte dello sfruttamento lavorativo ed anche abitativo della nostra provincia. Lo sportello, già attivo, dove potrà avvenire incrocio/offerta di manodopera in modo sicuro, insieme al progetto di trasporto pubblico, sono importanti punti messi a segno in questo primo anno di vita della Rete. Azioni concrete, che auspichiamo possano essere di spunto per altre future iniziative, poiché la carenza di manodopera non può essere la scusa o il terreno fertile per l’insediamento del caporalato nella nostra provincia”.

Daniele Bertarelli, presidente di cooperativa sociale CIDAS, nel presentare il Protocollo per il contrasto allo sfruttamento lavorativo sottoscritto da CIDAS, Flai CGIL e Legacoop Estense, ha evidenziato come “la cooperazione e i sindacati tutelino i diritti delle persone, attraverso una presa in carico congiunta, ciascuno secondo le proprie competenze, e si impegnino a mettere in sicurezza le vittime dello sfruttamento. Il nostro compito è quello di offrire risposte concrete per smantellare il potere del caporalato, promuovendo tra lavoratrici e lavoratori una maggiore consapevolezza dei loro diritti; con l’obiettivo finale dell’integrazione, perché solo attraverso un processo di inclusione piena sarà possibile affrontare in modo efficace i problemi di sicurezza e risolvere altre criticità legate all’immigrazione”.

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