Romagna, 7 luglio 2025 – Le rilevazioni delle cooperative agroalimentari associate a Legacoop Romagna mettono il luce come questo avvio di estate presenti tutti i sintomi della crisi ambientale in corso. Cali di fertilità del terreno, difficoltà di ripristino dopo le alluvioni, stress idrico e riduzione delle rese: nei campi della Romagna, forti precipitazioni alternate a siccità roventi rendono evidenti gli effetti del cambiamento climatico.
Le cooperative agricole braccianti della provincia di Ravenna evidenziano come la campagna dei cereali presenta un calo delle produzioni fino al 50%; Terremerse e Fruttagel fanno sapere che le coltivazioni di pomodoro avranno rese molto più basse, a parità di superfici dedicate rispetto al 2024; Apofruit e Cooperativa Agricola Cesenate ricordano come le criticità più rilevanti si erano registrate fra inverno e primavera, quando gli eccessi di pioggia avevano provocato la distruzione di alcune centinaia di ettari di colture.
Legacoop Romagna e le cooperative agroalimentari associate sottolineano come la siccità renda necessarie molte più irrigazioni, con conseguente necessità di maggior manodopera e costi aggiuntivi. O, al contrario, come le alluvioni, che si sono susseguite nei primi sei mesi dell’anno, in diversi casi hanno portato a non intervenire sui terreni lasciandoli incolti per gli alti costi di ripristino.
Il settore della frutticoltura fa storia a sé. Prima le piogge hanno ritardato il ciclo, poi il forte caldo ha anticipato i processi biologici, questo mix di fenomeni ha creato le condizioni per un eccesso di produzione e una forte disponibilità nei magazzini in un arco temporale breve. Da qui il timore per fenomeni speculativi nella fase della commercializzazione e carenza di prodotto nella catena distributiva.
Andando al settore vitivinicolo, dalle prime stime si potrebbe avere una riduzione sulla produzione di uva in diverse zone della Romagna. Il periodo è ancora prematuro per una proiezione sui prezzi: si cominceranno ad avere dati precisi a partire da ottobre, momento in cui si riuscirà a capire anche l’impatto dei dazi voluti da Trump.
In generale, i prezzi di mercato, al momento, risultano in linea con quelli del 2024, ma i margini per i produttori si riducono a causa dell’aumento dei costi dei carburanti, delle materie prime e, naturalmente, dei costi ambientali.
Il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi, ha dichiarato che il quadro che emerge dalle cooperative romagnole “non è ancora drammatico“, soprattutto se confrontato con la situazione che si sta registrando nel Sud Italia. La differenza la fanno soprattutto la capacità organizzativa messa in campo dal mondo cooperativo e un sistema irriguo che ancora regge.
Sempre Lucchi riporta il fatto che Legacoop Romagna abbia aderito alla petizione per potenziare il ruolo della politica agricola comune europea, sottolineando come: “Il ruolo dell’Unione europea sarà fondamentale per affrontare la transizione che stiamo vivendo”.