Reggio Emilia, 20 novembre 2025 – I Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia hanno fatto da cornice all’iniziativa “COOPERAZIONE: #RiParto dal benessere e dalle persone”, dedicata ai percorsi di welfare aziendale per agevolare il rientro al lavoro delle madri, favorire la natalità e promuovere il work-life balance.
Il dibattito è stato moderato da Raffaella Curioni, presidente della scuola di formazione Quadir, e ha dato voce alle esperienze di Consorzio Care Expert con Annalisa Lusuardi, Coopservice con Alessandro Collini, cooperativa Gulliver con Enrico Guancia e Proges con Francesca Corotti e Laura Parenti. A portare il contributo del movimento cooperativo sono intervenute anche Legacoop Emilia Ovest e Legacoop Estense, sottolineando il ruolo della cooperazione come attore di cambiamento culturale e sociale.
Al centro dell’iniziativa la partecipazione delle cooperative intervenute all’Avviso #RiParto, promosso dal dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, per incentivare la realizzazione di progetti di welfare aziendale capaci di sostenere il rientro delle lavoratrici madri e di favorire l’armonizzazione tra tempi di lavoro e tempi di cura. Durante l’incontro è stato ribadito come la maternità non debba costituire un ostacolo alla carriera professionale, ma piuttosto un valore da tutelare attraverso strumenti concreti e servizi accessibili.
Il contesto da cui nasce la misura è quello di un Paese che registra ancora forti divari di genere. Secondo i dati Istat, le donne tra i 25 e i 49 anni sono occupate nel 73,9% dei casi se non hanno figli, mentre la percentuale scende al 53,9% quando è presente almeno un bambino sotto i sei anni. Parallelamente, il tasso di occupazione dei padri tende invece a crescere con l’aumentare dei figli. A questo si aggiunge il fenomeno della denatalità, con un calo costante delle nascite e un record negativo nel 2021, quando i nati residenti sono stati appena 399.431.
Gli interventi hanno ricordato anche come la pandemia abbia aggravato i divari di genere, generando quella che è stata definita “shecession”, con un impatto economico particolarmente sfavorevole per le donne, soprattutto madri di bambini in età prescolare. Il lavoro domestico e di cura rimane ancora oggi distribuito in maniera asimmetrica, con un indice di asimmetria del 62,6% tra le coppie occupate, a conferma della necessità di politiche mirate.
In particolare, le cooperative hanno ribadito il loro impegno a promuovere azioni mirate: il rafforzamento del coinvolgimento del mondo delle imprese in un cambiamento non solo operativo ma soprattutto culturale, volto alla piena partecipazione femminile al lavoro; il sostegno all’empowerment femminile e genitoriale; lo sviluppo di un welfare aziendale inclusivo; il supporto al ruolo genitoriale in un’ottica di armonizzazione tra vita privata e professionale; l’attivazione di incentivi al rientro dopo il parto o l’adozione; e infine percorsi di formazione e aggiornamento per accompagnare le lavoratrici nel reinserimento.
Nel corso del dibattito è emersa la convinzione che il welfare aziendale possa rappresentare una leva fondamentale per sostenere le famiglie e favorire la piena partecipazione femminile al mercato del lavoro. Le cooperative intervenute hanno portato esempi concreti di servizi e progetti già avviati, dimostrando come la sinergia tra imprese e istituzioni possa contribuire a costruire un sistema integrato di sostegno.







