Secondo una ricerca sulla dimensione socio-territoriale delle CER realizzata dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio, afferente alla CGIL, le Comunità energetiche rinnovabili aderenti a Legacoop sono circa 1/4 del totale nazionale, pesano per il 28% in potenza e sono la maggioranza tra gli impianti collettivi.
Roma, 8 luglio 2025 – Serve una spinta decisa dal basso, una rete di persone e territori che si riconoscono nei valori della cooperazione per trasformare l’energia in bene comune. È questo l’appello lanciato dal responsabile Ambiente ed Energia di Legacoop, Giorgio Nanni, ieri durante l’evento “CER: verso una nuova energia condivisa“, che si è tenuto nella sede romana di Legacoop nazionale.
A oggi, Legacoop sostiene 52 CER cooperative, che gestiscono oltre 200 cabine primarie: “Abbiamo fatto tutto quello che potevamo per accompagnare i Comuni e gli utenti nella costituzione di queste comunità, ma ora serve un grande sforzo di comunicazione capillare, porta a porta, non dall’alto verso il basso”, ha spiegato Nanni. In apertura del convegno, il responsabile Ambiente di Legacoop ha invitato chi intende costituire una comunità energetica ad affrettarsi a farlo entro i primi mesi del 2026: secondo lui l’ultimo periodo utile per riuscire a rientrare negli incentivi (che coprono fino al 40% delle spese ammissibili).
Uno dei temi affrontati durante il convegno è stato il ruolo della gestione dei dati nelle CER: “I dati, così come il sole, devono essere restituiti al legittimo proprietario”, ha evidenziato Nanni, richiamando l’evento “Le cooperative del sole: un’opportunità per i consumatori”, che si è tenuto la mattina stessa al CNEL, alla presenza, tra gli altri, del presidente Renato Brunetta, del consigliere e coordinatore del Forum per la diffusione della cultura del consumo responsabile e sostenibile Paolo Pirani e del professor Sergio Olivero del Politecnico di Torino, il quale ha illustrato la sua proposta di una confederazione di CER, chiamata Concernet.
Intelligenza artificiale e machine learning devono essere strumenti al servizio delle comunità per garantire una gestione efficiente e trasparente delle risorse, ha sostenuto, ancora, Nanni.
Nanni ha inoltre annunciato che Legacoop e Legambiente stanno lavorando a una pubblicazione sulle CER, che ne valorizzi il potenziale come strumenti di coesione sociale e di welfare energetico. “Vogliamo creare valore per le persone e il territorio” – ha concluso il rappresentante di Legacoop, le CER sono una leva per ricucire le fratture: è una questione non solo economica, ma anche sociale e territoriale”.
Alessandra Bonfanti, responsabile energia e piccoli comuni di Legambiente, ha parlato del progetto BECOME 2025-2026, una campagna nazionale per la promozione delle CER nei piccoli Comuni. La collaborazione tra Legacoop e Legambiente – ha puntualizzato Bonfanti – ha radici solide: “La comunità energetica in forma cooperativa è quella che garantisce maggiore solidità economica”, ha affermato. Bonfanti ha poi sottolineato come i fondi del PNRR (2,2 miliardi) per i Comuni sotto i 5.000 abitanti siano un’occasione irripetibile e ha ricordato che le domande possono essere presentate fino al 30 novembre prossimo.
Samuele Alessandrini, ricercatore della Fondazione Giuseppe Di Vittorio, afferente alla CGIL, illustrando i risultati di una ricerca sulla dimensione socio-territoriale delle CER, ha reso noto che le Comunità aderenti a Legacoop sono circa 1/4 del totale nazionale, pesano per il 28% in potenza e sono la maggioranza tra gli impianti collettivi.
Secondo la ricerca, molte CER nascono come cooperative per motivazioni etiche e sociali, puntando a redistribuire risorse, ridurre la povertà energetica e rafforzare la coesione territoriale. Un’altra scoperta fatta dalla ricerca è che le CER nascono dove esistono reti sociali solide, ma, allo stesso tempo, contribuiscono a crearne di nuove. Legacoop – è emerso – svolge un ruolo cruciale come soggetto intermediario e formatore, in grado di valorizzare anche le competenze green locali.
Come anticipato, Sergio Olivero, responsabile business and finance innovation dell’Energy center del Politecnico di Torino, ha lanciato la proposta di una confederazione di CER, chiamata Concernet, che consiste nella condivisione di una piattaforma digitale per la gestione comune dei dati. “La grande ricchezza delle CER – che sono soggetti giuridici autonomi e mutualistici – sono i dati”. Le prospettive future di questo modello includono la gestione delle CER in crisi, lo sviluppo di modelli di storage e la creazione di sistemi di governance più solidi e interconnessi.
È intervenuta durante il convegno anche Maria Francesca Talamo, ricercatrice del RSE (Ricerca sul sistema energetico, la società di analisi che fa capo al gruppo GSE) ha presentato uno studio sulle CER solidali, con un focus su 8 esperienze, 5 delle quali aderenti a Legacoop. Tra i casi esaminati, la cooperativa Castello, con un impatto stimato di risparmio del 9% sui costi energetici, e servizi di sostegno alle famiglie vulnerabili, comprese quelle con persone disabili. Anche la Comunità Solare di Lodi, con quattro impianti, e le CER Marak, Frassati, Uniabita, Vallette, si distinguono per l’innovazione sociale e ambientale.
Infine, Federico Mancini e Afef Chiraj, dell’azienda Terrapinn, hanno presentato la fiera Solar & Storage Live Italia 2025, che si terrà a Verona l’8 e 9 ottobre prossimi, e vedrà la partecipazione di attori istituzionali (tra cui la Regione Veneto), e di molte associazioni, tre le quali Legacoop. I temi affrontati saranno lo stoccaggio di energia, l’efficienza energetica, la dimensione industriale della produzione e – non ultime – le Comunità energetiche rinnovabili.