Decreto legge Infrastrutture. Consulta dei servizi (di cui fa parte Legacoop PeS): governo garantisca su revisione prezzi negli appalti

Roma, 1° luglio 2025 – La Consulta dei Servizi, che rappresenta 19 associazioni nazionali – tra cui Legacoop Produzione e Servizi – e 4 filiere, accoglie con interesse gli emendamenti al decreto legge infrastrutture (al momento all’esame referente in prima lettura delle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera), in particolare quelli che intervengono su due aspetti cruciali per il futuro della ristorazione collettiva e dei servizi pubblici: la revisione ordinaria obbligatoria dei prezzi e una maggiore uniformità nelle regole degli appalti di servizi e forniture. Lo ha fatto sapere il coordinamento con un comunicato stampa nel quale viene ribadita l’esigenza di un meccanismo stabile e strutturale per la revisione dei prezzi negli appalti per la fornitura di servizi, a tutela delle imprese, dei lavoratori e dei cittadini. “Le soglie attuali del 5% – viene spiegato nel comunicato – si sono dimostrate insufficienti, soprattutto nei contratti pluriennali di settori ad alta intensità di manodopera e funzione pubblica, come la ristorazione collettiva”.

Nel corso dell’evento “Con i servizi cresce l’Italia” dello scorso 19 giugno, la Consulta ha presentato uno studio economico che evidenzia l’inefficacia della soglia del 5% e la necessità di ridurla al 3%, attivando la revisione automatica dei prezzi senza impatti significativi sulla spesa pubblica: oltre il 71% delle risorse stanziate resterebbe disponibile per le stazioni appaltanti.

“La sostenibilità del settore è oggi seriamente compromessa: se gli emendamenti non verranno approvati, migliaia di imprese rischiano di non sopravvivere e centinaia di migliaia di posti di lavoro saranno a rischio. È inaccettabile che, mentre nel settore dei lavori pubblici la soglia per attivare la revisione prezzi sia stata giustamente abbassata al 3%, nei servizi sia ancora ferma al 5%. E che la revisione ordinaria sia solo facoltativa. Le imprese sono costrette ad assorbire da sole gli effetti di inflazione e rincari. È ora di superare questa evidente disparità, che penalizza imprese e lavoratori e danneggia l’intera collettività”.

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