Bologna, 3 novembre 2025 – Si è svolto il 3 novembre in Sala Borsa a Bologna il convegno “Ci vorrebbe l’Europa. Cantiere territoriale per l’Europa di domani”, a cui hanno partecipato Legacoop Bologna e la Confederazione nazionale dell’artigianato (CNA) cittadina.
Le due associazioni hanno evidenziato la necessità di politiche di bilancio europee attente a questa fase di transizione economica e allo sviluppo delle imprese cooperative e delle piccole e medie imprese (Pmi) sui mercati internazionali. Inoltre – secondo le associazioni – è fondamentale l’adozione di strumenti di formazione europei adatti per rispondere alle esigenze delle piccole imprese e del mondo cooperativo, quali: valorizzare la manodopera qualificata, favorire la mobilità dei giovani imprenditori all’estero e agevolare il passaggio generazionale.
“Con questa iniziativa abbiamo voluto esprimere le nostre preoccupazioni relativamente alla proposta del budget europeo 2028-2034, la cui struttura mette in discussione il progetto unitario, oltre a ridurre nei fatti le risorse investite per la crescita – ha affermato Rita Ghedini, presidente Legacoop Bologna – La statalizzazione della gestione delle risorse, l’eliminazione dell’interlocuzione diretta con le Regioni e le Città Metropolitane – soggetti che hanno dimostrato maggiore efficienza nell’uso delle risorse europee e sono più vicine ai cittadini e alle imprese – ci preoccupa moltissimo. Noi chiediamo più Europa, un’Europa più partecipata dai cittadini e che dialoghi con le imprese, capace di farsi interprete di uno sviluppo equo e inclusivo, attento alle esigenze dei territori”.
“Sarebbe importante se venisse realizzato un nuovo programma Erasmus dedicato alla mobilità in Europa dei giovani imprenditori – ha confermato Antonio Gramuglia, presidente CNA Bologna. “È anche un appello che facciamo al mondo universitario, perché si lavori insieme a programmi di formazione europei strutturati, a misura di Pmi e imprese cooperative. In questo modo potremmo dare una risposta alle esigenze concrete delle imprese artigiane: le difficoltà nel reperire manodopera qualificata, nell’intercettare i canali europei per la formazione, nel favorire il passaggio generazionale prima che tante imprese storiche chiudano per mancanza di eredi. Insomma, occorre una visione pragmatica su come costruire, insieme a università e istituzioni, un ecosistema formativo più aderente ai bisogni del sistema produttivo”.







