Sostenibilità: a Bologna presentata ricerca di Impronta etica

 Sostenibilità sì, ma senza cointeressare troppo, in termini remunerativi, i manager che la devono realizzare concretamente in azienda. È una delle evidenze che emerge dalla ricerca “Sostenibilità e innovazione: dalla visione all’azione”realizzata dall’associazione Impronta Etica in collaborazione con Sustainability Makers e presentata nei giorni scorsi a Bologna. Lo studio ha voluto indagare in dettaglio le correlazioni tra strategia, governance, cambiamento organizzativo e sostenibilità. I ricercatori hanno trovato che Il 79,3% delle aziende in Italia ha intrapreso percorsi di innovazione e cambiamentofocalizzandosi sul miglioramento dell’impatto sociale e ambientale delle proprie attività, il51,1% ha all’interno gruppi di lavoro interdisciplinari impegnati nell’innovazione sostenibile, mentre il 53,3% ha destinato un budget specifico ad attività sostenibili.

Le imprese sembrano quindi aver preso sul serio la sfida della sostenibilità, destinando risorse economiche e competenze al necessario cambiamento organizzativo. Tuttavia, soltanto nel 53% dei casi hanno deciso di integrare gli obiettivi di sostenibilità negli schemi retributivi del management, una misura che sembrerebbe invece di relativa semplice attuazione e in grado di accelerare efficacemente l’attivazione dei processi di trasformazione. 

È ormai consolidato che la strada che porta le aziende ad un impegno strategico di sostenibilità nei suoi diversi e complementari ambiti passa dall’includere nella governance delle aziende obiettivi ed impegni” commenta Giuseppina Gualtieri, presidente di Impronta Etica. “La ricerca che abbiamo promosso – spiega Gualtieri – parte dalla domanda di quali sono le altre condizioni organizzative e i processi che favoriscono l’innovazione sostenibile. In uno scenario in cui la sostenibilità sarà sempre più centrale per le imprese, la nostra Associazione opera convintamente non solo nel creare cultura della sostenibilità ma nell’accompagnare concretamente lo sviluppo delle imprese anche nei propri modelli organizzativi”.

Lo studio individua quindi altre chiavi per sbloccare l’innovazione sostenibile in azienda: innanzi tutto, la condivisione di una visione comune e la promozione di un ambiente favorevole all’innovazione sociale e ambientale, per fare crescere una cultura interna orientata alla sostenibilità. Il vertice aziendale, in particolare, si connota come vero testimonial, promotore di sostenibilità se si pone come esempio attraverso comportamenti coerenti con gli impegni presi e le responsabilità verso l’ambiente e la società. Ma per passare dalla visione all’azione è necessario anche altro: ad esempio, valorizzare il ruolo del manager della sostenibilità e – dove presente – del manager dell’innovazione come catalizzatori del cambiamento. Altrettanto importante, e, come visto, ampiamente diffusa è anche l’attivazione di gruppi di lavoro interfunzionali, per permettere la collaborazione tra diversi dipartimenti e stimolare un pensiero innovativo.

Nonostante i progressi compiuti, sembra quindi essere ancora necessario un reale cambio di paradigma verso la sostenibilità in senso allargato. Uno strumento utile in tal senso può essere il modello organizzativo presentato nella pubblicazione, che è anche un sistema di autovalutazione adatto a misurare l’efficacia delle azioni che un’impresa, di qualsiasi dimensione e settore industriale, sta prendendo per arrivare a generare valore in modo sostenibile.

Il documento è liberamente scaricabile dal sito web dell’associazione Impronta Etica,www.improntaetica.org, e da quello di Sustainability Makers, www.sustainability-makers.it .

Alla presentazione dello studio, hanno preso parte FilippoBocchi, consigliere per il supporto delle attività e lo sviluppo di Impronta Etica e sustainability manager di Hera, Anna Rita Cuppini, Direttrice Generale di Open Group, Andrea Benini, Consigliere Delegato alla sostenibilità di GranTerre SpA, Nazareno Ventola, Amministratore delegato e direttore generale dell’Aeroporto G. Marconi di Bologna, Gian Luca Galletti, Presidente di Emil Banca, e Alessio Mauri, Responsabile Facility Management & Real Estate di Cineca.

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