Roma, 26 novembre 2025 – Una riduzione del 64% dello sforzo a strascico, -25% per i palangari, limiti più severi alle catture di gamberi e pelagici e nuove restrizioni nello Stretto di Sicilia e nello Ionio: sono le misure previste per il 2026 che colpiscono direttamente la flotta italiana. “Un impatto insostenibile, che richiede interventi correttivi immediati” è la reazione di Agci Pesca e Acquacoltura, Confcooperative Fedagripesca e Legacoop Agroalimentare (Alleanza Cooperative Pesca e Acquacoltura) alle proposte della Commissione UE sulle possibilità di pesca per il 2026.
Nel Mediterraneo occidentale l’Italia sarà costretta a ridurre drasticamente le giornate di attività e a rispettare limiti più rigidi per le specie di maggior valore commerciale, dal gambero al nasello. Nell’Adriatico diminuiscono le possibilità di pesca per alici e sardine e si impone un ulteriore taglio allo sforzo a strascico (–12,9%).
Nello Stretto di Sicilia vengono introdotti calendari operativi molto ristretti e quote contingentate per i gamberi, mentre nello Ionio scatta una nuova riduzione sulle catture.
Le misure prevedono un margine di recupero operativo solo attraverso l’adozione di attrezzi più selettivi o ulteriori chiusure delle aree di pesca. Le zone più penalizzate risultano il Mediterraneo occidentale e lo Stretto di Sicilia, con effetti significativi anche in Adriatico e Ionio per l’intera flotta italiana.
“Chiediamo al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida una posizione ferma in Europa contro una proposta insostenibile sotto il profilo economico e incomprensibile sotto quello gestionale. Siamo pronti a fare fronte comune con i colleghi francesi e spagnoli per una grande mobilitazione del settore. È ora che l’Europa comprenda che così non si può andare avanti”, concludono le associazioni cooperative.






