Dopo l’evento è stata inaugurata una panchina rossa all’ingresso della sede di Legacoop: “Un simbolo permanente dell’impegno dell’associazione nel contrastare la violenza di genere e promuovere la cultura del consenso”, ha dichiarato il presidente Simone Gamberini
Roma, 3 dicembre 2025 – “La società si trasforma anche all’interno dell’impresa, il mondo cooperativo ha una grande responsabilità, e so che ha già dato già un grande contributo nel farsi palestra di responsabilità condivisa per il contrasto alla violenza di genere in ogni sua forma”. Così la segretaria del Partito democratico Elly Schlein, intervenuta durante l’evento “Nuovi scenari e normative per il contrasto alla violenza di genere”, che si è tenuto il 3 dicembre nella sede romana di Legacoop nazionale.
“Insieme alle cooperative possiamo produrre buone leggi”, ha garantito la segretaria dem. “Non credo a soluzioni calate dall’alto uguali per tutti i territori – ha spiegato – ma con il vostro aiuto possiamo costruire leggi a misura delle persone e dei territori a seconda dei bisogni, ha proseguito, ricordando il lavoro svolto “con il presidente (di Legacoop nazionale, ndr) Simone Gamberini durante la pandemia, quando la cooperazione ha mostrato la sua resilienza fondata sul senso di comunità”.
Le politiche di genere – ha sottolineato Schlein – non devono essere viste a compartimenti stagni, ma integrate con gli altri settori e presenti in tutte le decisioni politiche. Secondo la deputata ed ex vicepresidente della Regione Emilia-Romagna: “La politica deve fare di più. La violenza di genere non è un’emergenza ma un dato strutturale, figlia di una cultura patriarcale che impregna la nostra società. Negli ultimi anni abbiamo fatto molto dal lato dell’inasprimento delle pene, come la recente legge sul reato di femminicidio, ma non basta la repressione se manca la prevenzione. In questo è fondamentale la formazione, che parte dalle scuole ma chiama in causa anche il mondo dell’impresa, in primis cooperativa”.
L’Italia resta uno dei pochi Paesi dove l’educazione sesso-affettiva nelle scuole non è obbligatoria, “senza risorse aggiuntive per la scuola gli istituti non potranno organizzare attività adeguate”, ha evidenziato la segretaria del PD in riferimento al disegno di legge del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara approvato di recente dalla Camera (e atteso in Senato per il secondo passaggio parlamentare).
La segretaria dem ha ricordato che la parità è ancora lontana: solo il 4% dei Cda delle grandi aziende è composto da donne, il gender pay gap europeo è al 14% e quello pensionistico addirittura al 28%.
Schlein ha infine insistito sull’importanza di introdurre il principio del consenso nei reati di violenza sessuale: “Senza consenso è stupro, come stabilito dalla Cassazione e dalla Convenzione di Istanbul. La norma, bloccata in Aula dopo un voto unanime in commissione, rappresenterebbe una svolta culturale necessaria per tutelare davvero le donne”. Il riferimento è alla proposta di legge sul consenso a prima firma di Laura Boldrini (PD), inizialmente condivisa da tutte le forze politiche, che però ha subito una battuta d’arresto proprio il 25 novembre scorso, giornata nella quale il Parlamento avrebbe dovuto approvarla all’unanimità e renderla legge, ma così non è stato, ed è ripresa la discussione del testo nella commissione Giustizia del Senato.
Secondo il presidente di Legacoop Simone Gamberini, “promuovere le pari opportunità significa prevenire la violenza in ogni sua forma ed è parte integrante della nostra missione. La cooperazione nasce per costruire comunità giuste, inclusive e solidali. Abbiamo una responsabilità di promozione culturale: la nostra volontà è quella di assumere un ruolo attivo per diffondere la cultura del consenso”.
“Come cooperative abbiamo prodotto azioni concrete”, ha proseguito Gamberini, ammettendo che, “in un’organizzazione che continua a essere molto al maschile, la Commissione Pari opportunità sta costruendo un percorso importante per affrontare questo problema”.
Annalisa Casino, presidente della commissione Pari Opportunità di Legacoop, ha rimarcato il ruolo delle cooperative nel creare ambienti inclusivi e nel promuovere le pari opportunità. “La nostra Commissione è dedicata a garantire che le cooperative rispondano adeguatamente alle esigenze delle donne,” ha dichiarato. “È fondamentale che ogni cooperativa adotti pratiche che non solo proteggano, ma promuovano attivamente il benessere e l’uguaglianza di genere”. Il 25 novembre deve essere un impegno quotidiano e strutturato, non solo una ricorrenza,” ha aggiunto, esortando le cooperative a essere protagoniste di un cambiamento culturale. “Dobbiamo interrogarci su quali strumenti possiamo mettere in campo per sostenere chi denuncia e per affinare le nostre pratiche. La nostra responsabilità va oltre la legislazione: dobbiamo lavorare per toccare anche le menti e i cuori delle persone, diffondendo una cultura del consenso e della responsabilità reciproca.”
Il professor Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos, durante l’incontro ha presentato un rapporto che ha rivelato grandi disparità nella percezione della violenza di genere. “Gli italiani danno più importanza all’inasprimento delle pene piuttosto che a un reale cambiamento culturale,” ha osservato, sottolineando che il 72% degli italiani percepisce come urgente la questione dei femminicidi, ma si nota una “sottovalutazione del problema da parte dei maschi under 30”. “Tra i giovani maschi, il 15% giustifica la violenza fisica in certe circostanze,” ha affermato, rimarcando la necessità di un cambiamento culturale profondo.
“Se questi numeri sulla violenza persisteranno – ha dichiarato Antonio Zampiga, responsabile Lavoro e Relazioni Industriali di Legacoop, in riferimento ai dati drammatici presentati dal professor Risso – potremo dire di aver fallito come uomini e come padri”. Zampiga ha fornito una disamina completa della normativa attuale in materia di molestia sui luoghi di lavoro, per culminare con le recenti norme previste nel decreto legge sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, di cui è in corso l’esame nella commissione Sanità/Lavoro del Senato (in prima lettura), auspicando che, almeno per le parti che trattano l’argomento, il testo non verrà cambiato durante l’iter parlamentare. “La valutazione dei rischi per le molestie è già prevista, ma non basta,” ha avvertito, incitando a una maggiore responsabilità nel garantire un ambiente di lavoro sicuro per tutte e tutti.
Ha detto la sua anche Maura Latini, presidente di Coop Italia: “È forse finalmente il momento giusto per quel cambio di passo di cui hanno bisogno le donne italiane, che non sono più disposte ad aspettare”.
“Nell’ambito dell’iniziativa Close the Gap, nel 2025, oltre a sostenere le case rifugio e le donne vittime di violenza, abbiamo lavorato per favorire l’ingresso nelle cooperative delle donne pronte a uscire dai percorsi di protezione, offrendo opportunità di autonomia professionale e indipendenza economica”, ha fatto sapere Latini.
“La sfida oggi è la prevenzione – ha sottolineato Latini – una priorità non più rinviabile”, per questo “all’inizio dell’anno abbiamo promosso un percorso di ricerca scientifica, la Scuola degli Affetti, per indagare in modo strutturato cosa pensano italiane e italiani sull’educazione sessuo-affettiva nelle scuole. Dalla ricerca è emersa una maggiore consapevolezza da parte delle donne, ma anche una percezione diffusa, tra uomini e donne, di un’educazione ancora insufficiente su questi temi”.
“Parallelamente – ha proseguito la presidente di Coop Italia – abbiamo scelto di sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare per istituire un servizio nazionale pubblico di psicologia permanente e gratuito, un vero diritto a star bene. L’iniziativa si chiude il 10 dicembre – ha fatto sapere Latini – ma il quorum è stato raggiunto: la proposta inizierà dunque il suo iter legislativo. Un risultato significativo in un Paese in cui l’educazione affettiva e la prevenzione sono avvertite come necessarie dalla grande maggioranza della popolazione”.
Infine, Tiziana Pompei, vicesegretaria Generale di Unioncamere, ha affrontato il tema dell’imprenditoria femminile come strategia per combattere la violenza di genere. “Abbiamo circa 1,2 milioni di imprese femminili in Italia, cioè un quarto del totale” ha detto, rivelando che spesso le imprese gestite da donne presentano tassi di sopravvivenza più bassi rispetto alle loro controparti maschili nel lungo periodo (dimostrando però una maggiore resilienza nei settori innovativi), e fanno meno ricorso ai crediti delle banche, sottolineando l’importanza di diffondere una maggiore formazione finanziaria tra le donne imprenditrici, che troppo spesso fondano la propria impresa sui finanziamenti che provengono dalla famiglia, il che rende l’attività più stabile, da un lato, ma dall’altro ne limita le prospettive di crescita. Il lato positivo è che le imprese femminile stanno crescendo (anzi, diminuiscono meno di quelle maschili) e dimostrano sempre maggiore resilienza e sostenibilità. “Sostenere l’imprenditoria femminile significa creare un sistema di supporto economico per le donne,” ha sottolineato, evidenziando come questo possa contribuire a contrastare la violenza economica.







