Lupi e fauna selvatica nel ravennate, le cooperative agricole registrano 300mila euro di danni nel 2025

Legacoop Romagna: “Chiediamo azioni immediate allo Stato e alla Regione”

Romagna, 10 dicembre 2025 – Nel 2025 lupi e fauna selvatica hanno causato danni per circa 300mila euro nei campi coltivati dalle Cooperative agricole braccianti (Cab) della provincia di Ravenna. L’ultimo episodio si è verificato nei giorni scorsi ad Agrisfera, dove tre lupi hanno distrutto i teloni a protezione del mais destinato alla stalla da latte biologico e al biodigestore.

Tra le situazioni più allarmanti, quella della Cab Comprensorio Cervese, dove solo quest’anno sono stati stimati oltre 100mila euro di danni alle colture e alle strutture aziendali. Ma la situazione è complessa anche in tutte le altre Cab: Bagnacavallo e Faenza, Fusignano, Campiano, Terra e Massari. Il conto dettagliato dei danni riporta al centro dell’attenzione una criticità ormai strutturale per l’agricoltura e le aziende agricole, in particolar modo quelle di maggiore estensione. 

“Le cooperative agricole braccianti svolgono un ruolo fondamentale di presidio per il territorio – hanno spiegato il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi, e il responsabile di settore, Stefano Patrizi – ma le regole attuali del sistema dei risarcimenti penalizzano le aziende che hanno estensioni maggiori e questo non è accettabile. Le misure di prevenzione che vengono richieste richiederebbero, ad esempio, di recintare superfici immense, con investimenti milionari, assolutamente impraticabili. Ma anche i ristori che vengono riconosciuti non riflettono assolutamente l’entità reale dei danni. Chiediamo azioni immediate allo Stato e alla Regione Emilia-Romagna su questo tema. Occorrono criteri di ristoro tecnicamente adeguati alla dimensione delle aziende, piani  di selezione delle specie più incisive, misure di prevenzione finanziate a monte, indennizzi commisurati ai danni reali e il coinvolgimento  tecnico permanente con le associazioni della cooperazione agricola e degli agricoltori”.

 Le dichiarazioni dei presidenti delle Cab

“Il lupo è la nuova specie dannosa per gli agricoltori, anche della nostra zona: l’anno precedente – ha spiegato Rudy Maiani, presidente di Agrisfera – un attacco simile a quello appena registrato aveva provocato oltre 20mila euro di danni. Quest’anno il danno è per ora di minor entità, ma la frequenza degli episodi sta aumentando e la nostra preoccupazione principale riguarda la stalla dei vitellini: se i lupi dovessero entrare lì, la situazione diventerebbe molto seria”.

Paolo Rosetti, direttore della Cab Cervese, ha espresso molta preoccupazione: “I colombacci mangiano il girasole in fase di emergenza delle plantule o di maturazione, le taccole colpiscono la colza, i daini devastano il vivaio di piante di fragole, trifoglio, grano e rompono i teli dei vivai bietole. A questo si sommano i gabbiani, che schiacciano le colture irrigue e perforano gli impianti di irrigazione, quindi le nutrie che, sebbene abbiano subito un notevole calo negli ultimi anni, continuano a mettere a rischio la stabilità di carraie e ponti interpoderali nonché la funzionalità della rete di scolo. Difendere migliaia di ettari con mezzi tradizionali è impossibile: come Cab abbiamo già speso circa 25mila euro in misure attive per la dissuasione, dai cannoni detonanti a gas per colombaccio e piccione, ai recinti elettrificati per daini fino ai dissuasori laser per gabbiani, spendendo svariate migliaia di euro in interventi solo di manodopera per il ripristino dei danni. Le colture a vivaio devono rispettare rigidi protocolli fitosanitari che il proliferare incontrollato della fauna selvatica compromette, causando gravi danni economici.”

“Sulla piantagione di bambù gigante di 5,3 ettari  della Cab di Fusignano – ha affermato il direttore tecnico, Franco Balducci – abbiamo riscontrato la presenza di alcuni esemplari di lupo comune. Facendo un’ispezione tra la vegetazione nel corso dei mesi estivi, abbiamo notato la rottura di diversi germogli e la presenza di alcune buche, per un danno attorno ai 500 euro per ettaro. Negli impianti di pere e pesche le perdite dovute a corvidi, in particolare da ghiandaie, gazze ladre e cornacchie si attorno tra i 18 e i 20mila euro. Nel periodo antecedente la raccolta dell’uva, su tutta la superficie a produzione di 32 ettari, la presenza di stormi di uccelli ha provocato danneggiamenti per circa 10mila euro. Sulla bietola da seme e sui cereali superiamo gli 8mila euro a causa delle nutrie, mentre il danneggiamento di circa 50 piante di pesco in fase di allevamento da parte della lepre comune, che ne rosicchia la corteccia, si traduce a livello economico in un costo di circa 5mila euro.”

“Nel territorio della Cab di Bagnacavallo e Faenza, la presenza di lupi, volpi nutrie e diverse specie di volatili (piccioni, colombacci, tortore, ghiandaie, gazze ecc.) è costante. Ogni anno – ha poi spiegato il direttore Marco Lanzoni – ci troviamo a ripristinare superfici danneggiate, con costi di manodopera e materiali sempre più elevati. Ma con le attuali regole per l’accesso ai ristori è praticamente impossibile quantificare i danni e dimostrare di aver adottato protezioni su centinaia di ettari. Alla fine si è scoraggiati nella richiesta di indennizzi, anche dalle prassi dei sopralluoghi degli enti pubblici deputati in assenza di confronto con l’azienda.”

“La pressione è evidente anche qui alla Cab di Campiano – ha commentato il direttore Claudio Mazzotti – lupi, cinghiali e daini scavano, calpestano e compromettono le lavorazioni. C’è anche un tema di sicurezza: può capitare che un operatore agricolo si trovi davanti un cinghiale o un lupo durante le attività in campo. È un rischio reale che non possiamo ignorare”.

“Alla Cab Massari la situazione non è diversa – ha invece spiegato il direttore tecnico Fabio Zannoni – le piante da frutto subiscono danni da parte delle lepri, che rosicchiano la corteccia e rallentano lo sviluppo, costringendoci a investire in protezioni alternative. I colombacci mangiano la semente dei cereali appena messa a dimora, i piccioni attaccano le giovani plantule di girasole, mentre le nutrie danneggiano i cavoli da seme appena trapiantati. Un problema crescente è rappresentato dalle oche selvatiche: branchi da 100 a 150 individui che mangiano cereali, bietole da seme e altre colture. L’ammontare complessivo dei danni per la nostra cooperativa si colloca tra i 20 e i 30mila euro.”

“Il bilancio per Cab Terra è pesante – ha dichiarato il presidente Fabrizio Galavotti – Nel 2025 abbiamo registrato un totale di 53mila euro di danni. Solo i colombacci hanno causato 40mila euro di mancato ricavo tra girasole bio, girasole da seme e soia da seme. A questo si aggiungono i 5mila euro di danno sulle bietole da seme dovuti a nutrie, danni ai fossi di scolo non quantificabili, 2mila euro provocati dai cinghiali, i 3mila euro riconducibili al lupo e altri 3mila euro dovuti ai piccioni nell’area di Camerlona. Senza contare le ore di manodopera aggiuntiva per pulizie e ripristini. È un quadro che parla da solo”.

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