Roma, 15 dicembre 2025 – Alleanza delle cooperative italiane esprime una valutazione fortemente critica sulla decisione del governo di introdurre nella legge di bilancio la piena portabilità della posizione individuale di previdenza complementare, comprensiva del contributo del datore di lavoro, superando i limiti previsti dalla contrattazione collettiva.
Secondo Alleanza delle cooperative il contributo datoriale non rappresenta un beneficio individuale, ma è il risultato di accordi collettivi che hanno costruito, nel corso di oltre trent’anni, un sistema di previdenza complementare fondato su mutualità, contenimento dei costi, governance partecipata e tutela degli aderenti. Mettere in discussione il ruolo della contrattazione collettiva significa indebolire l’architettura stessa del secondo pilastro previdenziale.
L’apertura alla portabilità senza vincoli contrattuali rischia inoltre di favorire il trasferimento delle risorse verso forme di previdenza con costi più elevati e minori garanzie sul piano della trasparenza e della partecipazione, con effetti potenzialmente negativi sull’adeguatezza delle future prestazioni pensionistiche.
Una scelta assunta senza un confronto con le parti sociali e con i soggetti rappresentativi del sistema, tanto più grave in un contesto in cui restano irrisolte le questioni centrali di lavoro, salari e continuità contributiva, che sono le vere condizioni per rafforzare l’accesso alla previdenza complementare, in particolare per giovani e lavoratori precari.
Per queste ragioni Alleanza delle Cooperative ritiene necessario rivedere l’intervento previsto in manovra e aprire un confronto strutturato con le parti sociali, riaffermando il ruolo della contrattazione collettiva e la funzione sociale della previdenza complementare.







