Roma, 2 dicembre 2025 – Legacoop Agroalimentare e Agci Agroalimentare hanno partecipato al Tavolo Lattiero-caseario convocato dal ministero dell’Agricoltura, portando all’attenzione del ministro Lollobrigida e delle organizzazioni della filiera una posizione chiara: il settore lattiero-caseario italiano sta affrontando una fase di forte vulnerabilità e ha bisogno di misure urgenti per contenere la crisi e di strumenti strutturali in grado di garantire stabilità nel medio periodo. Le due organizzazioni hanno evidenziato come tutte le principali componenti del settore – bovino, bufalino e ovi-caprino – stiano attraversando una “fase di stress” dovuta alla combinazione di instabilità dei mercati, calo dei prezzi, aumento dei costi e crescente pressione competitiva.
In particolare, nel comparto del latte bovino la forte discesa del latte spot (crudo), sceso ai livelli minimi degli ultimi cinque anni, e l’aumento dei costi di produzione (mangimi, foraggi, energia) hanno eroso i margini degli allevatori, con effetti pesanti per chi opera fuori dalle filiere DOP e non dispone di contratti stabili. A loro avviso, anche le filiere più consolidate, come Grana Padano, iniziano a mostrare tensioni dovute a squilibri tra produzione e domanda e alla crescita delle giacenze. Il settore ovi-caprino, invece, e in particolare il Pecorino Romano DOP, soffre invece gli effetti dell’aumento dei dazi Usa e delle scorte elevate.
Durante l’incontro le due associazioni hanno sottolineato la necessità di intervenire con azioni coordinate che permettano al comparto di superare l’attuale fase critica. In primo luogo, è stata evidenziata l’urgenza di una stabilizzazione dei prezzi: “Per evitare un crollo generalizzato della redditività, serve un riposizionamento condiviso del prezzo del latte già nel primo trimestre del 2026, accompagnato dalla possibilità di attivare incentivi statali o fondi di emergenza a favore delle aree e delle stalle più esposte”. In questo quadro si inserisce anche la proposta di introdurre un sistema a doppia fascia di prezzo, che riconosca il valore pieno al latte entro le quote assegnate e una tariffa ridotta al prodotto eccedente, in modo da gestire meglio i volumi.
“Siamo di fronte a un lieve squilibrio tra domanda e offerta e per evitare problemi più grandi è bene intervenire subito. Per questo servono misure immediate per evitare che interi pezzi della zootecnia italiana si indeboliscano irreversibilmente, ha spiegato il presidente di Legacoop Agroalimentare, Cristian Maretti. “La difficoltà di oggi – ha continuato – è dovuta a un leggero eccesso della produzione e per questo vanno prese misure che abbiano come priorità quella di evitare speculazioni nei primi sei mesi del 2026″.
Nel suo intervento Antonello Capua, presidente di AGCI Agroalimentare, ha puntato i riflettori sulle criticità del settore bufalino: “Il prezzo del latte bufalino è crollato da 2,00 a 1,50 euro al litro in pochi mesi, a causa di un eccesso di offerta e di comportamenti speculativi da parte dell’industria di trasformazione. Per questo riteniamo fondamentale introdurre un bollettino ufficiale del prezzo, che oggi manca, per dare trasparenza al mercato e valorizzare anche le scorte, come il latte congelato, rendendole bancabili. Al tempo stesso, servono controlli più rigorosi sulle pratiche produttive scorrette che minano la qualità della mozzarella di bufala, come l’uso del ‘fusore’ per aumentare la resa. Siamo molto preoccupati per gli effetti della recente sentenza del TAR Campania che apre alla possibilità di usare latte in polvere nella produzione: una deriva pericolosa che rischia di compromettere la reputazione del prodotto e favorire ulteriori speculazioni. Chiediamo un intervento urgente del ministero per estendere il divieto previsto dalla legge 138/1974 – che vieta l’utilizzo del latte in polvere per prodotti destinati agli umani, ndr – anche al latte bufalino”.
Un altro fronte fondamentale riguarda la gestione dell’offerta, che dovrebbe puntare a una riduzione programmata della produzione nazionale. “Ciò permetterebbe di riequilibrare il mercato, anche attraverso strumenti volontari o sistemi di compensazione destinati in particolare alle stalle marginali o senza ricambio generazionale”. Allo stesso tempo, le due associazioni chiedono di rafforzare il ruolo dei Consorzi nelle azioni di gestione delle eccedenze e nelle penalizzazioni per le crescite produttive eccessive.
Al Tavolo è emersa anche la priorità di rilanciare una Ocm (Organizzazione comune dei mercati agricoli) lattiero-casearia capace di introdurre meccanismi di programmazione, flessibilità produttiva e strumenti anticrisi simili a quelli che hanno già dato risultati positivi in altri settori come l’ortofrutta. Un quadro più moderno e stabile favorirebbe inoltre gli investimenti in innovazione: dall’intelligenza artificiale al monitoraggio climatico, fino agli interventi di efficientamento dei costi, strumenti indispensabili per rendere la filiera più competitiva. Infine, Legacoop Agroalimentare e Agci Agroalimentare hanno ribadito l’importanza di rafforzare le attività di promozione sui mercati interni ed esteri, valorizzando i prodotti Dop e Igp e sostenendo una cooperazione più stretta tra gli attori della filiera. I temi del tavolo saranno ripresi già la prossima settimana.







