Legacoop Agroalimentare, pesca nel Tirreno: ancora un mese di stop allo strascico

Roma, 31 ottobre 2025 – Le Associazioni dell’Alleanza delle Cooperative hanno espresso la propria soddisfazione nel vedere non concretizzarsi la possibilità dello stop alla pesca fino al 31 dicembre (prolungato solo fino al 31 novembre), chiedendo però l’immediata attivazione delle misure di sostegno per tutti i mestieri soggetti al fermo di novembre, il pagamento del fermo per lo strascico degli anni precedenti e una forma di sostegno anche per le cooperative di conferimento e di servizi che gestiscono mercati ittici, magazzini per il pescato e pompe di carburante. Lo fa sapere Legacoop Agroalimentare con un comunicato, nel quale viene chiesta anche l’urgente apertura di un tavolo di confronto per superare il sistema attuale e vedere assegnate le quote individuali di giorni annui di pesca per il 2026, scongiurando che in futuro si possa realizzare nuovamente lo scenario di questi mesi.

Si sono conclusi a settembre – fa sapere infatti l’Associazione – i giorni a disposizione per la pesca a strascico per il 2025, e solo dopo settimane di difficile trattativa, il 29 ottobre si è giunti a un epilogo grazie all’approvazione del decreto del ministero dell’Agricoltura che prolunga il fermo per le imprese fino al 30 novembre, ed evita una misura temuta dal comparto, paventata nelle scorse settimane: la chiusura allo strascico nella fascia delle 4 miglia dalla costa. In aggiunta alla chiusura di 5 zone tra le GSA 8,9,10 e 11 e il fermo della pesca del nasello per palangari, attrezzi da posta e pesca ricreativa, dovrebbe essere data la disponibilità di ulteriori giornate utili, per riattivare la pesca nel mese di dicembre, in un numero che resta ancora da definire.

Proprio queste ultime sono le misure che agitano le marinerie del Tirreno, dove lo stop delle attività dei palangari e reti da posta, se attuata in assenza di indennizzi, penalizzerebbe le imprese della piccola pesca – a più riprese celebrata dall’Unione europea che l’ha sempre considerata selettiva e sostenibile – pur non essendo certamente loro i responsabili dell’eccessivo sforzo di pesca esercitato sul nasello, la specie che secondo i dati scientifici continua a versare in uno stato di sovrasfruttamento.

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