Il presidente Gamberini apre l’Assemblea dei delegati di Legacoop: “Indispensabili politiche coraggiose per il welfare e un adeguato sistema di revisione dei prezzi negli appalti di servizi”
Roma, 22 maggio 2025 – “In un’epoca segnata da tensioni geopolitiche, crisi ambientali, disuguaglianze crescenti e trasformazioni economiche profonde, il movimento cooperativo, nell’anno Internazionale delle Cooperative indetto dall’ONU, si conferma come modello di impresa capace di rispondere con efficacia, resilienza e visione alle sfide del presente. Le cooperative non sono solo imprese: sono comunità economiche e sociali radicate nei territori, orientate al bene comune. In un momento storico particolarmente complesso e delicato in cui l’idea stessa di progresso sembra vacillare le cooperative riaffermano la centralità della persona, la funzione sociale dell’economia e il valore della pace. Con visione, competenza e radicamento, il movimento cooperativo è pronto a contribuire al disegno di un nuovo paradigma di sviluppo, fondato sulla giustizia, sull’inclusione e sulla sostenibilità”.
Lo ha sottolineato Simone Gamberini, presidente di Legacoop, nel suo intervento di apertura dell’Assemblea dei Delegati di metà mandato della più antica e importante associazione italiana di rappresentanza delle imprese cooperative.
Il modello cooperativo si dimostra oggi più che mai attuale. Con oltre 90 miliardi di fatturato, quasi mezzo milione di occupati e 7 milioni di soci, le cooperative aderenti a Legacoop rappresentano un pilastro fondamentale dell’economia sociale del Paese. A testimoniarlo non sono solo i numeri, in crescita anche nel biennio post-pandemico, ma il ruolo concreto che queste imprese svolgono per la coesione civile, l’inclusione sociale e la valorizzazione delle aree interne. Il movimento cooperativo è anche presidio costituzionale. “Come riconosciuto dall’articolo 45 della Carta ecome ci ha ricordato il Presidente Mattarella nel suo intervento alla nostra Biennale nell’ottobre dello scorso anno – ha rimarcato Gamberini – la cooperazione è strumento di partecipazione, cittadinanza attiva e sviluppo democratico. È baluardo contro la desertificazione economica delle aree interne, dove le micro e piccole cooperative rappresentano spesso l’unica forma d’impresa presente, contrastando lo spopolamento e ricostruendo legami sociali”.
“In una fase in cui il lavoro, come dimostra una nostra recente analisi, da motore di dignità e crescita si trasforma in fattore di alienazione, fatica e frustrazione – ha continuato il presidente di Legacoop – le nostre cooperative operano quotidianamente per garantire un lavoro buono e dignitoso. Nel 2024 abbiamo rinnovato 8 contratti collettivi nazionali, cui si aggiungono accordi integrativi o di adeguamento economico per altri 4, che coinvolgono oltre 1,7 milioni di lavoratori. Un impegno che si traduce in concrete tutele salariali, welfare contrattuale e sviluppo professionale. In un contesto dove emerge, però, una grave criticità, soprattutto nel settore dei servizi, legata al sistema degli appalti. Perché garantire un lavoro dignitoso significa mettere le imprese nelle condizioni di corrispondere salari adeguati a soci e lavoratori che assicurano servizi senza i quali la società si bloccherebbe. L’abbiamo imparato durante il Covid, ma l’abbiamo già dimenticato visto che, alla prima occasione utile per sostenere gli sforzi che le cooperative hanno fatto per adeguare le retribuzioni all’inflazione, si è pensato bene di individuare meccanismi di revisione prezzi negli appalti che discriminano proprio i fornitori di quei servizi. Continueremo a chiedere con forza al Governo di sanare questa situazione”.
Le imprese cooperative sono protagoniste anche delle grandi transizioni del nostro tempo. Nella lotta alla crisi climatica, promuovono comunità energetiche rinnovabili, sperimentano agricoltura sostenibile e investono in modelli produttivi circolari. Nell’innovazione tecnologica, propongono modelli di piattaforme digitali partecipate, in alternativa alle logiche estrattive della gig economy.
“Nel settore del welfare -ha evidenziato il presidente di Legacoop- la cooperazione sociale è presidio di prossimità e solidarietà anche in territori spesso dimenticati. Con migliaia di esperienze professionali e relazionali, le cooperative sociali si prendono cura delle persone, generano sviluppo e combattono le disuguaglianze. Ma il settore soffre di criticità evidenti: oggi mancano oltre 65 mila infermieri e più di 32 mila educatori solo nei servizi per l’infanzia. È tempo di strategie coraggiose e lungimiranti, per valorizzare il lavoro sociale e rafforzare le politiche pubbliche, anche in risposta all’inverno demografico e all’aumento delle disuguaglianze”.
“L’abitare -ha aggiunto Gamberini- è diventato un problema nazionale, un fattore di approfondimento delle diseguaglianze. Noi riteniamo più che mai che la cooperazione possa essere una rinnovata soluzione. Il nostro settore, tra le altre proposte, ha recentemente presentato un “piano casa nazionale” che prevede la realizzazione di 20mila abitazioni in 10 anni, con un investimento di 4,9 miliardi di euro, da destinare all’affitto o assegnare in godimento a canoni sostenibili. La proposta, coerente con i nuovi orientamenti strategici della Commissione Europea, poggia su un partenariato pubblico-privato che prevede l’utilizzo di strumenti finanziari nazionali ed europei, con un ruolo fondamentale della Banca Europea degli Investimenti. Sono proposte concrete, innovative e inclusive: ci aspettiamo risposte all’altezza”.
“Oggi, qui a Firenze – ha concluso il presidente di Legacoop – inizia un percorso che ci porterà ad attraversare tutto il Paese per terminare nel 2026 a Milano quando celebreremo i 140 anni di Legacoop. Un percorso di ascolto e confronto con le Istituzioni, il mondo dell’economia, del lavoro, la società italiana, che ci consentirà di implementare ed aggiornare la nostra proposta per contribuire alla crescita del Paese nel segno dell’inclusione e dell’equità”.