Housing sociale: da Legacoop Abitanti un piano per la realizzazione di 20mila abitazioni. L’evento di presentazione oggi a Roma

Alloggio sociale: da Legacoop Abitanti un piano per la realizzazione di 20mila abitazioni da destinare all’affitto o assegnare in godimento a canoni sostenibili; la proposta, coerente con i nuovi orientamenti strategici della Commissione Europea, poggia su un partenariato pubblico-privato che prevede l’utilizzo di strumenti finanziari nazionali ed europei, con un ruolo fondamentale della Banca Europea degli Investimenti. Il piano è stato presentato questa mattina a Roma.

Roma, 9 maggio 2025 – Un Piano decennale per la realizzazione di 20mila abitazioni di circa 70/80 mq, con un intervento di 4,9 miliardi di euro (al netto dell’Iva). Ciascuna da destinare all’affitto o all’assegnazione in godimento a canoni sostenibili, con un modello di partenariato pubblico-privato, che prevede l’attivazione di strumenti finanziari specifici e di azioni sostenute da risorse pubbliche e private, nazionali ed europee. Il tutto attraverso la creazione di una piattaforma che farà da aggregatore e gestore delle risorse, e con un ruolo fondamentale della Banca Europea degli Investimenti, cui la Commissione UE ha affidato il mandato di sviluppare una piattaforma finanziaria pan-europea.

È questa, in sintesi, la proposta di Legacoop Abitanti, elaborata in collaborazione con Area Proxima e presentata questa mattina a Roma all’Hotel Nazionale di Montecitorio. Hanno partecipato al dibattito, tra gli altri, Rossana Zaccaria, presidente di Legacoop Abitanti; Simone Gamberini, presidente di Legacoop; Irene Tinagli, parlamentare europea del PD e presidente della Commissione speciale per la crisi abitativa del Parlamento Europeo; Lucia Albano, sottosegretaria all’Economia con delega al patrimonio immobiliare pubblico; Alessandra Dal Verme, direttrice dell’Agenzia del Demanio; Giovanni Paglia, assessore alle Politiche abitative della Regione Emilia-Romagna; Sara Funaro, delegata alle politiche abitative dell’Anci e sindaca di Firenze.

Il progetto ha lo scopo di contribuire a rispondere alla tensione abitativa che colpisce ampie fasce di popolazione, soprattutto nelle grandi aree urbane, in piena coerenza con i modelli e le linee guida recentemente definiti dall’Unione Europea, ha spiegato Zaccaria introducendo l’evento.

Il tema della necessità di garantire a un numero crescente di persone l’accesso all’edilizia abitativa a prezzi abbordabili – considerandone anche gli effetti sulla competitività complessiva dell’economia, la stabilità finanziaria, la mobilità per un corretto funzionamento del mercato del lavoro, la coesione territoriale – è tornato al centro dell’attenzione delle istituzioni europee, come testimonia l’obiettivo della nuova Commissione di sviluppare un Piano europeo per l’edilizia abitativa a prezzi accessibili. Per la prima volta nella storia della UE, ha ricordato la presidente di Legacoop Abitanti, è stato nominato un Commissario per l’Housing. Il Parlamento Europeo ha istituito una Commissione Speciale sulla crisi abitativa, presieduta dall’onorevole Tinagli, che dovrà supportare e indirizzare le azioni del Commissario e gli interventi che saranno messi in campo. Inoltre, la Commissione UE ha dato mandato alla Banca Europea degli Investimenti (BEI) – che così assume un ruolo fondamentale nella definizione degli strumenti finanziari necessari a supportare le azioni e le politiche degli stati membri – di sviluppare una Piattaforma Finanziaria Pan-Europea, con un piano da 10 miliardi in due anni per la produzione di 1,5 milioni di alloggi.

“La dimensione della crisi abitativa e le opportunità offerte dall’Europa – ha sottolineato ancora Zaccaria, Presidente di Legacoop Abitanti – consegnano una responsabilità a tutti i livelli istituzionali e agli operatori. La proposta di Legacoop Abitanti è coerente con gli orientamenti strategici appena ridefiniti dalla Commissione Europea, che ha introdotto l’alloggio a prezzi accessibili tra le nuove sei priorità delle Politiche di Coesione e ha proposto dei modelli per distribuire sovvenzioni in combinazione con prodotti finanziari, con l’intento di mobilitare e incentivare ulteriori investimenti pubblici e privati. La cooperazione ancora una volta si rende potenziale strumento utile delle politiche, dialogando con l’Europa con una proposta concreta: la possibilità di trasformare le risorse in alloggi in tempi rapidi, vista la capacità operativa mostrata nel corso degli anni dal sistema delle cooperative di abitanti; la garanzia dell’effettiva sostenibilità economica delle condizioni di accesso agli alloggi in base al sistema di regolamentazione del S.I.E.G. (Servizio di Interesse Economico Generale) e alla possibilità di essere realizzatori e gestori senza alcuna necessità di intermediazione”.

Due recenti novità vanno nella direzione di aprire ulteriori opportunità. La prima è la comunicazione con la quale la Commissione Europea, il 1° aprile, ha reso nota la revisione di metà mandato della politica di coesione, per cui gli Stati membri potranno riprogrammare parte delle risorse 2021-2027 per nuovi investimenti. Tra questi, la Commissione propone di raddoppiare l’importo dei finanziamenti destinati agli alloggi a prezzi accessibili, prevedendo che beneficino di un prefinanziamento del 30% nel 2026 e di un tasso di cofinanziamento UE aumentato al 100%.

Per rendere concreta questa opportunità, riprogrammando le risorse entro il 2025 in modo da utilizzarle già nel 2026, viene previsto di velocizzare l’adozione delle relative modifiche legislative da parte del Parlamento e del Consiglio, cosa che avverrà probabilmente entro luglio. Entro due mesi, gli Stati membri e le Regioni saranno invitati a presentare le relative modifiche ai programmi.

La seconda novità è l’elaborazione, da parte della Commissione, di un documento di lavoro sugli strumenti finanziari per l’edilizia abitativa, che delinea un’ampia gamma di possibilità, con l’obiettivo di utilizzare i Fondi di Coesione come elemento di risorsa a fondo perduto (grant) in maniera combinata con Strumenti Finanziari della BEI, per mobilitare risorse private riconoscendo in più punti del documento due principi: che la componente grant è una parte indispensabile del mix di finanziamento, per garantire che questi progetti rimangano sostenibili e accessibili, e che gli operatori privati, dentro un quadro pubblico di regole e obiettivi sociali chiari, sono un soggetto eleggibile di questi fondi.

“Vorremmo dare il nostro contributo e mettere a disposizione la nostra esperienza cooperativa nel settore abitativo sia al governo nazionale sia alle Regioni ed ai Comuni italiani – ha sottolineato Simone Gamberini – partecipando come stekeholder alla costruzione di un Piano nazionale Casa rivolto non solo alle fasce sociali più fragili tipiche dell’edilizia sociale, ma, soprattutto, a fasce di popolazione che fanno fatica a trovare una casa a prezzi accessibili, specie nelle aree metropolitane ed urbane di maggiore dinamismo socio-economico. Auspichiamo che le istituzioni nazionali e territoriali promuovano tavoli di concertazione per elaborare le proposte da inserire nella Revisione dei Piani nazionali e regionali della Coesione 2021-27, cogliendo al massimo le opportunità contenute nella proposta della Commissione Europea”.

“Noi a Bruxelles abbiamo iniziato da questa legislatura a porre il tema dell’emergenza abitativa al centro del dibattito”, ha detto Irene Tinagli. “Ormai si tratta di un problema europeo e anche oltre, c’è un altissimo livello di pressione sul mercato dell’abitare con prezzi di compravendita sempre più alti. Le grandi e medie città sono diventate sempre più inaccessibili per grandi fasce della popolazione. Le amministrazioni non riescono a trovare e trattenere lavoratori per il funzionamento della città, ci sono problemi per gli studenti, le famiglie e i gruppi sociali che si stanno cumulando a causa di questo mal funzionamento del mercato della casa”.

“Fondi, fondi immobiliari, fondi pensione si sono gettati sul mercato. I privati guardano solo la redditività, quindi se non si trova un equilibrio tra bisogni delle persone e quelli dei privati i problemi non verranno risolti. La finanziarizzazione dell’immobiliare ha messo in discussione la redditività degli immobili: dobbiamo dare spazio agli operatori che non perseguono solo la redditività ma anche il bisogno sociale, come le cooperative. Dobbiamo capire quali operatori hanno queste caratteristiche, quali possono aiutarci a riportare il mercato della casa alla sua funzione primaria: rispondere ai bisogni delle persone”. Nella Commissione sull’emergenza del Parlamento europeo, ha concluso Tinagli, “stiamo facendo audizioni per esplorare il ruolo del modello cooperativo, che funziona molto bene perché consente di evitare l’escalation e la ricerca di profitto, a discapito delle comunità, e ha un effetto calmierante che evita le esternalità negative”. 

“Presiedo la Cabina di regia sul patrimonio immobiliare pubblico istituita a novembre 2024 presso il MEF”, ha ricordato la sottosegretaria Albano. “Lo scopo della Cabina è quello di rendere sistemica la governance di questo settore, che oggi è molto frammentata, motivo che ha causato spesso la mancanza di una linea politica ben definita. Il patrimonio immobiliare pubblico deve diventare un fattore di sviluppo ed essere la base di un modello di abitare diverso”. Noi vogliamo”, ha aggiunto Albano, promuovere un sistema secondo cui “le risorse pubbliche e private siano destinate alla valorizzazione degli immobili pubblici, non un sistema per cui le risorse pubbliche vadano a finanziare gli immobili privati. In questo modo si può lavorare su un booster economico come quello dell’edilizia, ma con un controllo pubblico, coinvolgendo il terzo settore e l’economia sociale. Questo è un tema che mi preme particolarmente: la possibilità di creare infrastrutture sociali con un lavoro sinergico tra istituzioni e terzo settore, che è portavoce delle esigenze dei territori”.

La proposta di Legacoop Abitanti: una piattaforma per aggregare e gestire risorse

I punti salienti della proposta di Legacoop Abitanti per la costruzione di 20.000 abitazioni di circa 70/80 mq ciascuna (prevedendo un intervento di 4,9 mi­liardi di euro al netto dell’IVA), definita in piena coerenza con le indicazioni dell’Unione Europea, sono: l’attivazione di un partenariato pubblico-privato basato su un modello finanziario specifico, una piattaforma che prevede l’attivazione di strumenti e azioni sostenuti da risorse pubbliche e private con cofinanziamento da parte di BEI e Banca Centrale Europea.

La piattaforma fungerà da aggregatore e gestore delle risorse pubbliche e private, che ven­gono trasferite alle Regioni per finanziare Programmi di costruzione di alloggi a canone sostenibile.

L’entità e l’utilizzo dei contributi pubblici sono quindi concepiti all’in­terno delle disposizioni coerenti e compatibili con le norme europee che regolano gli aiuti di Stato, definendo l’alloggio sociale come Servizio di Interesse Generale. Il contributo pubblico è previsto in termini non solo finanziari ma anche come garanzia statale su mutui a lungo termine; con la possibilità di utilizzo di beni immobili di proprietà pubblica; emissione di obbligazioni a lungo termine; agevolazioni fiscali e tributarie (IMU, Ires, oneri, ecc.); risorse regionali aggiuntive come i fondi Fse e Fesr (Sud e aree interne).

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