Roma, 23 giugno 2025 – “Rappresentiamo imprese che esportano per quasi il 35% del loro fatturato. In relazione alla crisi mediorientale, continuano a esserci elementi enormi di incertezza, che determinano difficoltà sempre più grandi. Di fronte a questo scenario, ci sembra che in Europa si fatichi a trovare delle risposte forti, anche la trattativa sui dazi americani è ancora abbastanza ferma. Abbiamo bisogno di segnali forti”. Il presidente di Legacoop Simone Gamberini, intervenendo a Focus Economia su Radio24, intervistato da Debora Rosciani sulla situazione globale e le risposte dell’Unione, ha rimarcato che in Europa l’impatto dei dazi introdotti dagli USA è molto consistente e che le nuove tariffe stanno determinando una svalutazione del dollaro, aggravando dunque gli effetti negativi. “Col tempo si svaluteranno anche le monete legate al dollaro”, ha fatto notare.
“L’impressione che abbiamo è che serva cambiare le regole del gioco, ri-orientando l’economia europea verso la domanda interna, usando leve che oggi non ci sembrano al centro dell’attenzione della Commissione”. Per Gamberini servono politiche industriali europee e molta attenzione a diversificare la politica energetica. Manca infatti un mercato energetico europeo, e le imprese subiscono il dumping competitivo dei Paesi terzi. “Si aggrava anche la situazione relativa all’instabilità del prezzo del petrolio”.
“Noi da tempo costruiamo proposte che non vengono ascoltate dalla Commissione UE”, ha denunciato. “Abbiamo messo al centro dei tavoli istituzionali attualmente aperti la necessità di costruire politiche industriali che in Europa diano un segnale chiaro. Se guardiamo i dati Istat dello sviluppo nel 2024 nelle principali regioni italiane, cade l’occhio sulla crescita bassa dell’Emilia-Romagna e della Lombardia, che sono tradizionalmente legate all’export. Sono indicatori che proseguono da mesi, mettendo in luce difficoltà che derivano dall’assenza di politiche e indirizzi che consentano di competere in modo adeguato col resto del mondo”, è l’allarme lanciato dal presidente di Legacoop.
Rosciani ha poi indirizzato l’intervista sul tema della crisi del sistema di welfare, “in un Paese che invecchia sempre di più”. Gamberini ha rilevato che “siamo in piena crisi demografica e quindi il tema delle risorse per il welfare è centrale. Non ci sembra che ci sia una visione complessiva che, a partire dal nostro Paese, possa creare condizioni per cui i cittadini non si sentano soli. Le imprese si sono impegnate per creare politiche di welfare sempre più forti, ma bisogna ancora capire come lo Stato debba finanziare e supportare questo percorso”, ha evidenziato.
Al problema della natalità è legato “quello della non autosufficienza”, ha osservato Gamberini. “Meno nati ci sono, più aumentano gli oneri sulle spalle dei pochi componenti delle famiglie, in un sistema di welfare prevalentemente finanziato dal sistema pensionistico”. E questo, a suo parere, “ha ricadute sulle imprese”
Secondo Gamberini “uno slogan da indirizzare alle istituzioni europee potrebbe essere: più welfare e meno warfare”, cioè meno soldi per il riarmo e più soldi per i servizi alla persona.