EDITORIALE – 8 SETTEMBRE 2025

Nasce la cooperativa di comunità del Quarticciolo: rigenerare è prendersi cura della comunità

Di Paolo Scaramuccia, responsabile politiche di sviluppo locale, cooperative di comunità e servizi associativi Legacoop.

C’è un quartiere della periferia romana che, per la maggior parte dei media, è solo degrado e criminalità. Ma chi ha scelto di conoscerlo davvero ha scoperto un modello di rigenerazione dal basso, concreto e vitale. Un modello che oggi rappresenta l’unico vero argine all’abbandono e alla malavita.

Anche noi di Legacoop ci siamo immersi nel microcosmo Quarticciolo, periferia est di Roma, dove non si passa per caso, lontano dalla gentrificazione, che avanza sempre più anche nella periferia e che si ferma proprio qui, ai margini di questo quartiere, descritto benissimo da Zerocalcare nel suo fumetto “La foresta contro il deserto”.

Poche strade, circa quattromila abitanti, un’anima da piccolo paese dentro la città. Un quartiere difficile, popolare ma storicamente coeso, con radici nella Resistenza romana al nazifascismo. Oggi quella resistenza, alla criminalità, al degrado, viene portata avanti da un gruppo di ragazze e ragazzi che negli anni si è conquistato i propri spazi trasformandoli in beni comuni, offrendo solidarietà e riappropriandosi dei diritti, attraverso l’impegno, la pratica quotidiana della partecipazione e della democrazia e l’assunzione di responsabilità nel prendersi cura della comunità.

Il primo incontro con loro è avvenuto quasi due anni fa, nella palestra popolare del quartiere, circondati da foto di gare, sacchi, bandiere palestinesi e foto delle combattenti curde, un luogo alternativo per parlare di cooperative, perfetto per parlare di comunità. I primi incontri sono serviti a intenderci su linguaggi e obiettivi, poi abbiamo avviato il nostro progetto, con i tempi dettati dalle necessità e dalle priorità del quartiere. Incontro dopo incontro, tra iniziative ed eventi, l’idea della cooperativa di comunità del Quarticciolo ha preso forma, non per sostituirsi alle numerosissime attività, ma per supportare quel processo di rigenerazione dal basso che era già in atto da almeno dieci anni e che per alcune progettualità aveva bisogno di un’impresa, in grado di generare opportunità di lavoro e rispondere ai bisogni della comunità.

L’esigenza di dare solidità ad alcuni progetti è dettata anche dall’urgenza di doversi confrontare con le misure del decreto Caivano, pensate come modello securitario capace solo di fare spazio a strategie “rigenerative” imposti dall’alto, che però – nonostante l’impegno di ingenti risorse. Questi strumenti non funzionano perché non coinvolgono il tessuto sociale del territorio, come ha recentemente affermato lo stesso commissario governativo incaricato sia per Caivano che per il Quarticciolo.

Il Quarticciolo si sta ribellando all’idea esclusivamente securitaria e repressiva, con il timore che quanto realizzato in tanti anni, grazie anche alla fiducia conquistata nella comunità, possa essere cancellato. La città ha risposto con una grande manifestazione che ha coinvolto migliaia di persone, che hanno sfilato sotto la pioggia per rivendicare il proprio ruolo nel processo di rigenerazione del quartiere, coinvolgendo il Polo di Quartiere e tutta la sua rete di persone e associazioni timorose che, in nome della sicurezza, vengano spazzati via anche i tanti progetti sociali avviati da ragazzi e ragazze. Si manifesta per aprire un confronto con il Comune, la Regione e il Governo sul “proprio” modello di rigenerazione, unico vero baluardo di legalità e contrasto alla criminalità organizzata sul territorio.

Mercoledi 3 settembre 2025 si è aggiunto un tassello importante: è nata la cooperativa di comunità del Quarticciolo, impresa sociale che avvierà attività di ristorazione e un birrificio artigianale, offrendo lavoro a persone in condizioni di svantaggio. In programma ci sono anche altri progetti: dare stabilità alla stamperia coinvolgendo giovani designer, aprirsi ai soci utenti e consumatori del mercato di quartiere, con l’obiettivo di rialzare le saracinesche dei negozi ormai chiusi, riaccendere le luci sulla piazza del quartiere e far si che la comunità possa riappropriarsi dei suoi spazi.

Questo è il modello in cui credono le ragazze e i ragazzi del Quarticciolo: partecipato, solidale, concreto.  È un modello che anche noi di Legacoop sosteniamo e che abbiamo già accompagnato in altri contesti, nei piccoli comuni e nei quartieri delle grandi città. Le cooperative di comunità sono lo strumento ideale per generare valore condiviso da redistribuire sul territorio.

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