EDITORIALE – 14 LUGLIO 2025

Comunità energetiche cooperative: valore sociale oltre il profitto

Di Giorgio Nanni, responsabile Ambiente e Energia di Legacoop

Restituzione al legittimo proprietario: questo è il diritto che le comunità energetiche rinnovabili (CER) ci permettono di agire. Il sole, così come le altre fonti rinnovabili, sono di tutti. E gli impianti fotovoltaici, eolici e via elencando ci consentono di utilizzarne l’energia. 

I cambiamenti climatici mostrano in maniera plastica come un modello che tenga conto solo del PIL e del profitto, e che non escluda le fonti fossili, rischia di provocare effetti nefasti per la collettività. Dobbiamo invece immaginare una società in cui tutti hanno la possibilità di contribuire alla produzione di energia rinnovabile e beneficiarne. Ne deriva uno scenario che è già realtà, in cui il ruolo dei consumatori cambia: si trasformano in prosumer, ovvero produttori  e consumatori di energia allo stesso tempo, grazie alle CER, comunità che potrebbero addirittura generare benefici simili al reddito di cittadinanza universale. Spingendoci oltre, potremmo addirittura chiamarlo “reddito energetico rinnovabile”.

Il contesto attuale – almeno in Italia – è adeguatamente attrezzato per cogliere questa opportunità. Oggi il sistema imprenditoriale deve agire nell’ambito della riforma costituzionale approvata qualche anno fa, che ha introdotto la tutela dell’ambiente nell’interesse delle future generazioni: l’articolo 41 della nostra Carta prevede infatti che l’iniziativa economica non possa svolgersi in modo da recare danno alla salute e all’ambiente. Una riforma che comporta il sorgere di un vero e proprio dovere in capo alla Repubblica, che deve esercitare questa tutela nell’interesse delle future generazioni. 

Nel solco della riforma costituzionale, assume particolare rilievo, e concretizza l’articolo 41, lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e dei gruppi di autoconsumo collettivo, che vanno sempre più affermandosi quali modelli virtuosi di una transizione energetica capace di coniugare la sostenibilità con la partecipazione democratica e la giustizia sociale.

Comunità energetiche rinnovabili e autoconsumo collettivo, pur essendo di natura differente, perseguono l’obiettivo comune di favorire il coinvolgimento attivo dei cittadini e rappresentano elementi centrali dell’evoluzione del settore dell’energia e di uno sviluppo socio economico capace di valorizzare il contributo della società civile al rafforzamento del sistema energetico. 

Le CER consentono di gestire risorse naturali che producono energia, e quindi valore, in maniera collettiva, distribuendo i vantaggi a chi produce e consuma energia. Sono inclusive perché danno la possibilità, anche a chi non possiede impianti, di partecipare allo scambio mutualistico. 

La forma di impresa cooperativa è più adatta di ogni altra a gestire la grande ambizione delle CER perché ha natura democratica e non ha scopo di lucro. Allo stesso tempo, la cooperativa è un soggetto economico/imprenditoriale, come racconta la storia di tutte le imprese aderenti a Legacoop. Non solo: le cooperative possono essere il banco di prova per la gestione di altri servizi, che ad esempio derivano dalla condivisione ed elaborazione dei dati. E restituiscono il bene al loro legittimo proprietario, ovvero la collettività.

Le CER cooperative devono essere considerate parte integrante dell’economia sociale. E potranno essere ancora più efficaci con l’adozione di ulteriori misure di semplificazione normativa e autorizzativa in materia di energie rinnovabili. Bisogna prevedere agevolazioni per promuoverne la creazione e lo sviluppo, come se fossero start up con caratteristiche di innovazione dal punto di vista sociale, mentre meccanismi meritevoli come il reddito energetico dovrebbero essere estesi per indirizzare risorse verso le CER. 

Per tutti questi motivi, ci siamo riuniti martedì 8 luglio al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), per costruire un’alleanza su valori condivisi, che promuova modelli collaborativi e innovativi di gestione dell’energia. Durante l’evento “Le cooperative del sole. Un’opportunità per i consumatori”, a cui hanno partecipato il presidente del Cnel Renato Brunetta, Andrea Ferrante, della CER cooperativa Amerina Forre, Mauro Guarini, vicepresidente della CER cooperativa Part-Energy e tanti altri ospiti, abbiamo ribadito alcuni concetti fondamentali: le CER facilitano l’accesso all’energia in modo diretto, diminuendo la spesa energetica, e indiretto, attraverso l’implementazione di misure di efficienza energetica finanziate dai ricavi; possono contribuire a mitigare le disuguaglianze, coinvolgendo attivamente nella formazione, nei processi decisionali e nelle attività, gruppi vulnerabili e tradizionalmente sottorappresentati. 

Le CER creano valore sociale nella logica di un’economia civile che va oltre quella del profitto, dove la solidarietà e l’inclusione diventano strumento di riappropriazione al diritto alla cittadinanza: si tratta esattamente della logica alla base del modello cooperativo.

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