Bologna, 26 novembre 2025 – Le cooperative dell’Emilia-Romagna si confermano motore dell’economia regionale. Il 2024 si è chiuso con un aumento del fatturato cooperativo del 3,4% – quasi cinque volte superiore alla media regionale, pari al +0,7%. I dati sono stati presentati nel corso della Direzione di Legacoop Emilia-Romagna, che si è tenuta mercoledì 26 novembre a Bologna. Quello regionale è un territorio che si conferma a forte vocazione cooperativa. Secondo Unioncamere Emilia-Romagna, le cooperative realizzano oggi il 16% dell’intero fatturato regionale. Daniele Montroni, presidente di Legacoop Emilia-Romagna, ha evidenziato che solo l’ecosistema delle associate a Legacoop garantisce occupazione e stabilità a 150.000 lavoratori e a 140.000 soci lavoratori e realizza il 15% del Pil dell’Emilia-Romagna.
Secondo l’ultima indagine congiunturale del centro studi di Legacoop Nazionale, le cooperative mostrano un dinamismo che contrasta con il pessimismo generale. Emerge una netta “forbice” nelle aspettative: mentre il saldo delle previsioni sull’andamento dell’economia nazionale è negativo (-26), quello relativo agli investimenti della propria cooperativa è positivo (+24). Le imprese cooperative non smettono di scommettere sul futuro: il 28% prevede di aumentare gli investimenti nei prossimi mesi. Anche sul fronte lavorativo i segnali sono incoraggianti: il saldo tra chi prevede nuove assunzioni e chi prevede riduzioni è positivo (+16), confermando il ruolo della cooperazione come stabilizzatore occupazionale.
“I dati ci consegnano l’immagine di un sistema solido, che genera il 15% della ricchezza regionale e non arretra nemmeno quando il clima di fiducia nazionale peggiora – dichiara Daniele Montroni, presidente di Legacoop Emilia-Romagna – Le nostre cooperative continuano a pianificare investimenti e a creare lavoro. Tuttavia, non possiamo ignorare i segnali di allarme“.
Dall’analisi di luglio 2025 emerge con forza l’urgenza demografica. La scarsità di manodopera è indicata come il problema principale dal 55% delle cooperative, staccando nettamente altre criticità. “Da qui al 2029 è stimato per l’Emilia-Romagna un fabbisogno di manodopera tra 275.000 e le 312.000 unità. Quello di lavoratori stranieri si prevede superiore alle 65.000 unità, il 24% del totale. Oggi i lavoratori stranieri sono poco oltre il 13% degli occupati – commenta Montroni. Questo dato ci fornisce l’ordine di grandezza del veloce cambiamento sociale e culturale che sta interessando le nostre comunità. Senza un cambio di passo sulle politiche migratorie e di integrazione non riusciremo a difenderci dall’inverno demografico”.
Preoccupa anche lo scenario internazionale: per il 100% delle cooperative esportatrici che hanno riscontrato difficoltà, l’instabilità geopolitica è il fattore condizionante principale.
«L’Emilia-Romagna cresce, continua ad essere la regione con meno disuguaglianze, ma si allargano le fasce di popolazione in difficoltà. Per reggere le sfide abbiamo bisogno di investire nella formazione delle competenze, nell’intelligenza artificiale, nell’energia e nei servizi. In questo scenario è rilevante la funzione sociale della cooperazione – conclude Montroni – Abbiamo presentato proposte concrete sull’emergenza casa, candidando le cooperative di abitanti a collaborare con i Comuni per dare risposte alle famiglie a reddito medio-basso. La nostra crescita economica deve tradursi in benessere diffuso, per non lasciare indietro nessuno. L’investimento nell’economia sociale rappresenta la principale risposta ai nuovi bisogni della popolazione».
Nel corso della Direzione, sono state presentate anche alcune proposte di Legacoop Emilia-Romagna per far crescere la competitività, a partire dalla valorizzazione del territorio come piattaforma logistica capace di integrare tutte le modalità di trasporto: creazione di un sistema regionale degli aeroporti, costituzione di un’unica azienda regionale per il Trasporto Pubblico Locale e investimenti nelle infrastrutture, a partire dal porto di Ravenna e dal Passante di mezzo di Bologna: secondo una ricerca di Legacoop, il mancato potenziamento dei nodi infrastrutturali costa al sistema economico regionale 1,3 miliardi di euro l’anno.
Per sostenere la crescita delle associate, Legacoop Emilia-Romagna ha attivato un piano di azioni mirate. Per fronteggiare la carenza di manodopera è operativa una convenzione con Randstad, mentre sul versante delle competenze il sistema si rafforza con il coordinamento delle Academy cooperative, il progetto delle community dei manager e la collaborazione con l’Università telematica Mercatorum per l’alta formazione. Un supporto che si estende all’innovazione tramite Innovacoop e all’impegno etico, con la Commissione Pari Opportunità al lavoro su equità salariale e contrasto alla violenza di genere.







