Cooperazione sociale: la cooperativa Il Margine e Legacoop Piemonte organizzano due eventi su linguaggio e inclusione

La Cooperativa sociale Il Margine, in collaborazione con Legacoop Piemonte, organizza i seminari: “Parole che possono trasformare: raccontarsi in libertà, per trovare un proprio spazio” e “In altre parole”.

“Parole che possono trasformare” è organizzato da Il Margine in collaborazione con Legacoop Piemonte presso lo Stand Alleanza delle cooperative italiane comunicazione (Pad Oval, Stand T78) del Salone Internazionale del Libro di Torino venerdì 10 maggio 2024 alle 19.

Margine Edizioni torna, dunque, al Salone del Libro di Torino per presentare due nuove pubblicazioni e un progetto, DCOME, che hanno dato voce alle donne dei centri diurni della cooperativa. I due libri, uno di haiku e uno di parole libere, raccontano storie personali di vite complicate e bellissime con sfrontatezza, leggerezza e lucido realismo per dismettere i luoghi comuni sulle persone che frequentano i centri diurni e le comunità di alloggio.

L’obiettivo è valorizzare la creatività individuale delle persone che frequentano e abitano le diverse strutture della cooperativa che, fin dalla sua fondazione nel 1979, supporta le persone fragili, favorendo lo sviluppo di reti sociali territoriali capaci di promuovere la partecipazione attiva alla vita sociale di chi vive situazioni di difficoltà.

Ancora in collaborazione con Legacoop Piemonte – questa volta con Legacoopsociali nazionale e con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte – Il Margine organizza il seminario: “In altre parole – Presentazione del Glossario fragile”, giovedì 16 maggio dalle 9 alle 13 (con successivo light lunch e workshop fino alle 16) presso L’Orto che cura, Piazza Avis 3, Collegno (TO).

Il progetto parte da una semplice considerazione: le parole sono lo strumento con cui ci mettiamo in relazione con gli altri, sia in presenza che “a distanza” e, al di là delle definizioni che si aggiornano ed evolvono nel tempo, devono essere sempre rispettose e appropriate, altrimenti si rischia di contribuire ad alimentare stereotipi che ostacolano la creazione di società inclusive.
Necessario, quindi, continuare a interrogarsi sull’uso e l’abuso delle parole, per poter diventare, insieme (comunicatori, giornalisti, insegnanti, educatori, cooperatori) agenti di cambiamento positivo.



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