Cooperazione montana e spopolamento: la Cooperativa de Zopè (Belluno) offre lavoro e alloggio

La cooperazione montana genera proposte concrete per contrastare il fenomeno dello spopolamento. Ne è un esempio la Cooperativa de Zopè, associata a Legacoop Veneto, attualmente alla ricerca di personale per il bar che gestisce a Zoppè di Cadore, il comune più piccolo della provincia di Belluno. La coop rivolge il suo annuncio in particolare alle coppie, offrendo due contratti a tempo indeterminato e un appartamento con un modico canone di locazione.

Alla base dell’iniziativa, la volontà dell’associata di attuare un piano antispopolamento per la salvaguardia della comunità di Zoppè che, situata a 1400 metri di altitudine con un’unica strada di accesso, conta circa 190 abitanti. 

Durante l’estate gli esercizi della cooperativa hanno potuto contare sull’aiuto degli studenti universitari rientrati dalle famiglie per le vacanze, e ora che sono partiti per le rispettive sedi di studio, si presenta la necessità di trovare nuova forza lavoro da affiancare ai due dipendenti già operativi nel negozio di alimentari adiacente al bar.

Coprendo l’intero orario di apertura del locale, non necessariamente con due contratti full time e nel rispetto delle normative retributive previste dalla legge nazionale, i due nuovi dipendenti potranno guadagnare fino a tremila euro al mese. Della ricerca dell’alloggio si occuperà la cooperativa che, grazie a una consolidata rete di relazioni e collaborazione in paese, sarà in grado di proporre ai nuovi assunti un contratto d’affitto a prezzi calmierati.

Costituita a dicembre 2021​​, la Cooperativa de Zopè si è da subito prodigata per la riapertura dell’unico negozio di alimentari del paese e, pochi mesi più tardi, ha preso in gestione anche il bar evitandone così la chiusura. Oggi conta ben 123 soci e, oltre a fornire servizi essenziali, si occupa di preservare, anche grazie all’aiuto di volontari, gli unici punti di socializzazione a disposizione degli abitanti del comune. Un’attività commerciale aperta implica infatti maggiori opportunità di incontro per la comunità, consentendo anche agli anziani e alle persone che non hanno possibilità di muoversi in auto, di poter avere relazioni quotidiane ed essere parte di una rete sociale. Un ottimo antidoto contro l’isolamento dei cittadini delle aree montane e, conseguentemente, contro lo spopolamento.

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