“A mano a mano. Storia di Legacoop Fvg”. Presentato a Udine il libro di Dario Salvatore

Udine, 29 maggio 2025 – È stato presentato il 29 maggio nella biblioteca del polo scientifico dell’Università di Udine il libro “A mano a mano. Storia di Legacoop Fvg”, scritto da Dario Salvatore, ricercatore dell’ateneo. Quella di Legacoop Fvg è una storia lunga oltre un secolo, intrecciata con quella delle comunità friulane, della montagna carnica, delle città di confine e delle sfide economiche e sociali di un intero Paese. È stata l’occasione per riflettere sulla memoria cooperativa, sul ruolo svolto dal movimento in Friuli-Venezia Giulia e sulle sfide di oggi e di domani. 

Hanno partecipato alla presentazione il sindaco di Udine,Alberto Felice De Toni, il rettore dell’Università di Udine, Roberto Pinton, dell’assessore comunale alla Cultura, Federico Pirone, e dopo l’introduzione di Andrea Cafarelli, curatore della collana editoriale, si sono confrontati su passato, presente e futuro della cooperazione Michela Vogrig,presidente di Legacoop Fvg, Roberto Lippi, direttore della Fondazione Barberini, Luigi Corvo, docente di Economia aziendale all’Università Milano-Bicocca, Attilio Dadda, vicepresidente di Legacoop e dell’International Cooperative Alliance.

Il libro

Frutto di un’indagine rigorosa su documenti d’archivio, fonti orali e analisi storica, il volume ricostruisce la nascita, lo sviluppo e le trasformazioni della Lega delle cooperative del Friuli Venezia Giulia, nata ufficialmente nel 1967 come coordinamento delle Federcoop di Udine, Trieste, Gorizia e Pordenone. Il libro si propone non come un resoconto celebrativo, ma come un’analisi critica e partecipata, che mette in luce sia i risultati raggiunti sia le contraddizioni vissute nel tempo da un’organizzazione che ha cercato di accompagnare la crescita di un’intera regione.

“Mettere a nudo aspetti anche controversi della propria storia non è mai semplice – spiega Vogrig –, ma è un’occasione preziosa per contribuire alla costruzione della memoria collettiva”, sottolineando il valore di questo progetto come “investimento sul futuro e come strumento per restituire senso e dignità a una narrazione spesso sacrificata a letture ideologiche o mainstream”. E, in questo contesto, il libro diventa anche una “dichiarazione d’identità – continua la presidente di Legacoop Fvg e un richiamo all’orgoglio di appartenere a un modello economico democratico, partecipato e intergenerazionale”. Vogrig mette in luce anche l’ambizione di questo lavoro, “mai autoreferenziale – conclude –. Il testo diventa così anche una riflessione sulla memoria e sull’attualità del modello cooperativo come risposta credibile, democratica e intergenerazionale alle sfide del nostro tempo”.

La storia della cooperazione

Il racconto prende le mosse dalle radici più profonde del movimento: dalla nascita delle prime latterie sociali e cooperative di consumo a fine Ottocento, passando per l’esplosione dell’associazionismo socialista in Carnia e il successivo azzeramento operato dal fascismo, fino alla ricostruzione del dopoguerra. Emblematica, in questa fase, è la figura di Vittorio Cella, dirigente socialista e componente della Lega nazionale delle cooperative, anima delle Cooperative Carniche, tragicamente scomparso nel 1938 dopo aver subito persecuzioni e isolamento. La memoria di questi pionieri vive nelle pagine del libro attraverso archivi, citazioni e testimonianze che ne fanno rivivere l’impegno e la visione.

Dopo il 1945, la rinascita del movimento cooperativo è rapida, ma segnata da un contesto complesso, in cui si intrecciano tensioni politiche, fragilità economiche e le prime forme di mutualità intercooperativa. Proprio in questa fase emerge il ruolo decisivo della Federcoop friulana, e successivamente del Comitato regionale, nel favorire processi di aggregazione, professionalizzazione e rappresentanza.

Tra i protagonisti di questa stagione spicca il nome di Loris Fortuna, ultimo  presidente della Federcoop friulana, che nel 1967, al momento della costituzione di Legacoop Fvg, lanciò una visione moderna e lungimirante del movimento. Fortuna parlava della necessità di superare “il settorialismo limitante” e aprire la cooperazione a nuovi attori sociali e culturali, dai tecnici agli enti locali, promuovendo l’insegnamento dei valori cooperativi nelle scuole e nelle università. Un approccio inclusivo e programmatico che anticipava di decenni i concetti oggi legati allo sviluppo sostenibile e alla filiera corta.

Il libro attraversa poi le trasformazioni degli anni Settanta e Ottanta, dalla crisi delle cooperative edilizie all’ascesa del terziario cooperativo, con l’emergere di realtà attive nei settori dei servizi, della cultura e del turismo sociale. Si analizza la nascita delle cooperative sociali, oggi tra i pilastri del sistema Legacoop, e il ruolo delle minoranze linguistiche e culturali, come quella slovena, che hanno trovato nella cooperazione uno spazio di espressione e tutela.

“A mano a mano” è anche una riflessione sul rapporto tra cooperazione e politica, sulle difficoltà della regionalizzazione, sull’egemonia culturale e sulla necessità di coniugare i principi con la prassi. “Le cooperative – scrive Salvatore – sono strutture economiche intergenerazionali”, e proprio in questa intersezione tra memoria e cambiamento si gioca oggi la sfida del rinnovamento.

Il volume è un esempio di come la storiografia possa servire non solo a raccontare il passato, ma a interpretare il presente e a fornire strumenti per progettare il futuro. È, infine, un invito a riconoscere la cooperazione come patrimonio culturale, politico ed economico di un territorio che, nei momenti più difficili – come il terremoto del 1976 o la tragedia del Vajont – ha saputo reagire anche grazie alla forza solidale del movimento cooperativo. Un’eredità che A mano a mano consegna alle nuove generazioni con lucidità, passione e rigore.

Condividi su:
Leggi altri articoli correlati