Legacoop estense presenta gli andamenti delle cooperative di Modena e Ferrara: risultati positivi ma futuro incerto

Il valore della produzione delle cooperative associate cresce complessivamente del +6,7%. Il 2026 si preannuncia in rallentamento; rimangono necessarie la revisione delle tariffe dei servizi e politiche di sostegno agli investimenti. Le priorità di Legacoop Estense per il 2026: giovani generazioni, cooperazione di abitanti e comunità energetiche per dare risposte ai bisogni dei cittadini, rafforzamento della rappresentanza in Europa.

Modena/Ferrara, 17 dicembre 2025 – “I risultati economici e occupazionali delle cooperative estensi sono confortanti e raccontano di un tessuto imprenditoriale cooperativo sano, solido e capace di fronteggiare gli anni complicati appena trascorsi e un futuro che si preannuncia incerto. Non possiamo però accontentarci della capacità di resilienza delle cooperative, che hanno bisogno di politiche strategiche che supportino innovazione e investimenti, necessari per continuare a dare risposte concrete e garantire prospettive ai propri soci. Le sfide che dovremo affrontare nel 2026 richiedono l’impegno congiunto di imprese ed istituzioni, dal livello locale a quello europeo“. Con queste parole il presidente di Legacoop Estense Paolo Barbieri commenta i dati principali sull’andamento delle cooperative di Modena e Ferrara aderenti all’associazione, evidenziati all’analisi dei bilanci 2024 e da una prima stima dei risultati 2025, e le prospettive a breve-medio termine.

Legacoop Estense associa circa 200 cooperative, con oltre 3mila sedi locali e imprese consorziate sui territori di Modena e di Ferrara, che aggregano quasi 480mila soci e socie. In leggero aumento il numero di persone occupate, che sfiora le 35.000 unità (+ 1,1% rispetto all’anno precedente), con l’87% di contratti a tempo indeterminato e l’occupazione femminile al 55%. L’aumento più significativo si ha sul valore della produzione, che raggiunge gli 8,5 miliardi di euro, segnando una crescita del 6,7% sull’anno precedente.

“Un risultato significativo – sottolinea il presidente Barbieri – che supera nettamente la previsione di crescita media sia nazionale (0,7%) sia regionale (+ 0,9%). Un dato che ci rende orgogliosi ma va letto con prudenza: a fianco di cooperative con ritmi di crescita consistenti, ce ne sono altre che, pur riuscendo a tenere dritta la barra del timone, accusano maggiormente la crisi generale. In ogni caso, questi numeri parlano di resilienza delle cooperative, in grado più di altre imprese di far fronte ai momenti di crisi, grazie alla solidità patrimoniale e alla capacità di guardare al futuro in un’ottica di medio-lungo periodo. Le cooperative non nascono con l’obiettivo di scalare e massimizzare i profitti in breve tempo a beneficio di pochi azionisti, ma di diventare strutture imprenditoriali longeve e affidabili per i propri soci e lavoratori, attuali e futuri, sempre con uno sguardo intergenerazionale e con l’attenzione alla crescita e coesione dei territori e delle comunità in cui si radicano. La cooperazione non delocalizza le produzioni e non espropria la ricchezza prodotta, ma punta a creare benessere diffuso nelle proprie comunità. Un approccio al mercato e al lavoro che, oggi più che mai, non dobbiamo dare per scontato”.

Secondo l’ultima indagine del centro studi di Legacoop, il 28% delle cooperative prevede di aumentare gli investimenti nei prossimi mesi: “È un bel segnale di fiducia – commenta Barbieri – siamo consapevoli che intelligenza artificiale e transizione energetica sono una sfida e opportunità da cogliere, su cui come associazione stiamo dando supporto e affiancamento. Ma spaventa la conclusione del PNRR, senza che all’orizzonte si intravedano politiche strutturate per la crescita e gli investimenti. Senza contare lo scenario internazionale: per il 100% delle cooperative esportatrici che hanno riscontrato difficoltà, l’instabilità geopolitica è il fattore condizionante principale”.

Rimane all’ordine del giorno la necessaria revisione delle tariffe dei servizi, “una questione che riguarda non solo la cooperazione sociale e non solo gli appalti pubblici” specifica Barbieri. “Senza il riconoscimento da parte dei committenti di tariffe adeguate, che tengano conto degli aumenti dei costi, le cooperative si trovano a gestire servizi con margini sempre più ridotti, che non permettono di guardare al futuro con la capacità, necessaria per ogni impresa, di investire e innovare, anche in attività di welfare a beneficio dei propri dipendenti. Oltre all’aumento dei costi energetici e delle materie prime, hanno avuto grande impatto gli aumenti del costo del lavoro determinati dai rinnovi dei contratti collettivi, di cui siamo fieri ma che impattano in modo significativo sui bilanci aziendali. Tra il 2024 e il 2025, sono stati 14 i CCNL rinnovati, siglati da Legacoop”.

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