Piano casa europeo e accessibilità abitativa: la cooperazione rilancia con numeri, proposte e progetti concreti

Roma, 3 novembre 2025 – Si è tenuta a Roma lo scorso 29 ottobre la Direzione nazionale di Legacoop Abitanti, in un momento in cui, a fronte delle dichiarazioni del governo sulla mancanza di risorse per un Piano Casa, crescono le tensioni sociali legate al disagio abitativo e si moltiplicano le iniziative dal basso nelle città.

Alla riunione hanno partecipato la sottosegretaria all’Economia Lucia Albano, il vicepresidente ANCE (Associazione nazionale costruttori edili) Stefano Betti, Alice Pittini (Housing europe), Ezio Micelli (Advisory board Commissione europea per il Piano affordable housing), Massimo Quaglini (Edison energia) e numerosi rappresentanti del mondo cooperativo e istituzionale.

“Ci troviamo in una situazione paradossale. Il governo ha annunciato un piano, poi ha detto che mancano i fondi per il 2026 – ha dichiarato Rossana Zaccaria, presidente di Legacoop Abitanti -. E nel frattempo cresce l’emergenza abitativa, come dimostrano i numeri drammatici degli sfratti a Milano: +3.400% di richieste rispetto al 2023. Non è solo una crisi sociale: è il fallimento di una visione”.

Nel corso della Direzione è stato presentato un pacchetto di 14 progetti pronti per la realizzazione, per un totale di 743 alloggi e 92 milioni di euro di investimento, già sottoposti alla BEI, la Banca europea per gli investimenti. I progetti prevedono una quota di mutui agevolati (57 milioni), equity cooperativa (25 milioni) e risorse pubbliche (11 milioni), ma manca ancora una leva finanziaria strutturata che consenta di dare il via alle realizzazioni.

“La cooperazione abitativa italiana – ha sottolineato Zaccaria – è pronta. Abbiamo progetti, strumenti e capacità di investimento. Serve però una leva pubblica, anche minima, per farli partire. Servono garanzie, regole certe e un chiaro riconoscimento del nostro ruolo anche nel Piano d’azione per l’economia sociale”, al momento in consultazione pubblica sul sito del MEF.

La sottosegretaria all’Economia Lucia Albano, con delega all’economia sociale, illustrando i contenuti principali del Piano, ha sottolineato come il tema dell’abitare sia oggi centrale non solo per le fasce fragili ma anche per il ceto medio, diventando uno dei nodi dell’agenda di governo. L’abitare, ha affermato, non può più essere considerato solo come disponibilità materiale di una casa, ma come accesso a una rete di servizi e opportunità, in linea con i nuovi bisogni demografici, sociali e familiari.

Nel suo intervento ha ribadito la volontà di promuovere una “sussidiarietà circolare” fondata sulla collaborazione tra istituzioni, economia sociale e mercato, utile a costruire un nuovo modello di intervento pubblico-privato nel settore abitativo. Ha inoltre richiamato l’importanza del concetto di affordability, da definire anche in termini normativi, e della valutazione dell’impatto sociale delle politiche abitative.

Quanto a Stefano Betti, vicepresidente di ANCE, questi ha evidenziato che, in assenza di sostegni pubblici, i progetti con una quota del 20% di Edilizia residenziale sociale in locazione risultino economicamente non sostenibili: per farli reggere è necessario aumentare in modo rilevante sia i prezzi di vendita dell’edilizia libera sia i canoni di locazione, con il rischio di perdere l’equilibrio sociale e finanziario degli interventi. Ecco perché ha suggerito “strumenti multilivello per la leva finanziaria, tra cui fondi immobiliari pubblico-privati, SPV (Special purpose vehicle), cartolarizzazioni e formule di risparmio incentivato”. Tra le misure di accompagnamento indicate figurano garanzie statali per investitori non professionali e l’alleggerimento dei requisiti patrimoniali per il credito alle operazioni di housing accessibile.

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