EDITORIALE – 22 SETTEMBRE 2025

Economie di luogo: perché le cooperative di comunità stanno cambiando i territori

Di Gianluigi Granero, direttore Legacoop

La Sala Blu di Legacoop a Roma, il 17 settembre, ha raccolto volti e storie. Non solo numeri: persone che in montagna, nei borghi, nei quartieri di città hanno deciso di non rassegnarsi. La presentazione del nuovo Rapporto “Economie di luogo” (realizzato da AICCON con il supporto di Legacoop) ha dato una cornice chiara a questo movimento: 321 cooperative di comunità, in oltre 70 province, un arcipelago di imprese che coniugano iniziativa economica, partecipazione e cura dei beni comuni, tanto nelle aree interne quanto nei contesti urbani più fragili (turismo e cultura, rigenerazione urbana, ambiente, servizi educativi e sociali sono i campi d’azione più battuti).

Se i dati aiutano a vedere la mappa, è la qualità delle relazioni a spiegare la sostanza. Il report mostra come queste cooperative lavorino in alleanza con enti pubblici, associazioni, cittadini e imprese, diventando vere piattaforme abilitanti per lo sviluppo locale. La loro sostenibilità non si regge su un solo pilastro: lo scambio di beni e servizi pesa di più, ma contano anche bandi e convenzioni con la PA; soprattutto, il coinvolgimento della comunità è strutturale, dalla co‑progettazione ai processi decisionali aperti AICCON – Mappa e materiali.

A dare voce a questi processi, durante l’iniziativa, sono stati i protagonisti della ricerca e del movimento. Paolo Venturi (AICCON) ha ricordato che siamo di fronte a “esperienze agili e aperte, che integrano imprenditorialità e cura del territorio, con un potenziale occupazionale ancora da valorizzare” -un invito a leggere le cooperative di comunità come laboratori di economia di luogo, dove la catena del valore si ridisegna includendo la comunità come attore e non come mera utenza.

Aprendo i lavori, Simone Gamberini ha spostato l’attenzione dalla fotografia all’azione: “Un modello imprenditoriale partecipato dal basso, capace di generare valore sul territorio e redistribuirlo nella comunità“, che già oggi dialoga con gli enti locali non in modo subordinato, ma attraverso co‑gestione, co‑programmazione e co‑progettazione. È per questo, ha aggiunto, che serve una cornice nazionale capace di riconoscere e sostenere la crescita del fenomeno, senza snaturarne la natura partecipativa Legacoop, 17/9/25.

La dimensione culturale è un’altra chiave di lettura. Giovanna Barni (Culturmedia/CoopCulture) l’ha definita con nettezza: le cooperative culturali sono infrastrutture civili e presidi di cittadinanza; non producono solo spettacolo, ma coesione, educazione, accesso, e rigenerano territori lavorando in rete con scuole, biblioteche e musei. È un richiamo prezioso alle economie di luogo anche dove i divari culturali rischiano di cronicizzarsi.

Sul terreno più operativo, Paolo Scaramuccia, portando esempi concreti ha sottolineato come quando una comunità si organizza, apre saracinesche chiuse, trasforma spazi abbandonati in beni comuni, crea micro‑economie e lavoro, la cooperazione di comunità diventa davvero strumento generativo e non narrativa consolatoria. E il sottosegretario Massimo Bitonci ha confermato l’intenzione del governo di dare tempi rapidi a una legge nazionale che uniformi un quadro oggi frammentato, così da accompagnare con strumenti adeguati ciò che le comunità stanno già facendo dal basso.

Per me, questo appuntamento ha avuto anche un sapore personale. In Liguria, da Presidente regionale, ho visto nascere alcune delle prime esperienze nei borghi dell’entroterra. Ricordo bene la Scuola delle Cooperative di Comunità: cinque edizioni tra Cerreto Alpi e Succiso, cui ho partecipato con entusiasmo e grande arricchimento. Una palestra concreta dove narrazione, management e “politica” nel senso più alto si tengono insieme, e dove si vede dal vivo come abitare, piattaforme cooperative, energie rinnovabili, agricoltura di qualità e turismo sostenibile possano diventare filiere radicate nei luoghi.

Oggi, da direttore generale di Legacoop, quella traiettoria mi appare più netta: le cooperative di comunità non sono “un altro pezzo del Terzo settore”, ma istituzioni economiche di nuova generazione. Per questo, nel nostro lavoro quotidiano insisto su alcuni cantieri concreti. Primo: accompagnare i gruppi di cittadini per poter co‑progettare con i Comuni e le altre agenzie di sviluppo, pubbliche o private, che lavorano sul territorio, perché le pratiche diventino imprese. Secondo: sostenere l’iter legislativo per una cornice nazionale – la più coerente con co‑gestione e sussidiarietà – capace di accelerare partnership di lungo periodo. Terzo: ibridare le leve finanziarie (Coopfond, partenariati pubblico‑privati, fondi europei), con un’attenzione particolare alle Comunità Energetiche Rinnovabili a trazione cooperativa, che legano risparmio, ambiente e partecipazione. Quarto: curare i dati – la mappa interattiva aggiornata e dataset periodici su attività, collaborazioni, impatto – per fornire modelli che possano essere da esempio a chi vuole intraprendere esperienze di comunità, orientare policy e investimenti. Quinto: allargare le alleanze: oltre a PA, associazioni, cittadini e imprese, coinvolgere di più le fondazioni, ancora poco attivate secondo la ricerca, per costruire filiere multisettoriali di sviluppo locale.

Non basta “parlare di comunità”: bisogna fare comunità. E le cooperative di comunità, oggi, ci mostrano che si può fare impresa in modo diverso, trasformando i luoghi attraverso l’auto-organizzazione. È una sfida che chiede politiche adeguate e alleanze nuove; ma, soprattutto, chiede quella responsabilità condivisa che ho visto tante volte incontrando cooperatori, amministratori, cittadini. È da lì che riparte l’Italia reale.

Come il report dimostra, Legacoop può fare molto essendo uno dei soggetti abilitanti che possono affiancare e sostenere la progettualità delle comunità. Fondamentale che l’associazione ci sia stata e ci impegniamo perché in prospettiva possa esserci sempre più!

Chi vuole ripercorrere la mattinata può farlo qui: https://www.youtube.com/watch?v=yw-G6OlZpY8  

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